Cade l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, assolto il presunto mediatore: quattro mesi ad un imprenditore locale

 
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Gela. Attenuate le accuse mosse dai magistrati della procura contro un imprenditore agricolo e un presunto intermediario.

 I controlli. Assolto Isameddine Labib e condanna a quattro mesi di reclusione, invece, per Salvatore Nicastro. Erano originariamente accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini partirono dalla segnalazione degli operatori del servizio immigrazione. Le pratiche di regolarizzazione, come badanti, di due cittadini nordafricani, fatti arrivare in città, non convinsero. In sostanza, i due magrebini sarebbero stati impiegati in attività diverse, senza rispettare la normativa in materia. Il pubblico ministero, però, davanti al collegio penale del tribunale, a conclusione della requisitoria, aveva già escluso qualsiasi ruolo per Isameddine Labib, difeso dall’avvocato Samantha Rinaldo, ridimensionando le contestazioni mosse all’imprenditore Salvatore Nicastro, ritenuto comunque responsabile di alcune violazioni nello svolgimento dell’intero iter di regolarizzazione  dei due migranti. In realtà, i lavoratori non vennero mai trovati nell’abitazione, dove invece avrebbero dovuto prestare servizio. I difensori di Nicastro, gli avvocati Maurizio Scicolone e Angelo Cafà, hanno escluso che l’imputato abbia agito nel tentativo di raggirare le norme. Allo stesso tempo, l’avvocato Samantha Rinaldo ha ribadito la totale estraneità ai fatti di Labib, all’inizio ritenuto una sorta di mediatore.

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