Carcere duro per Alferi, proposto nuovo reclamo: chiesta revoca del 41 bis

 
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Gela. Sarà trattato la prossima settimana, davanti ai giudici del tribunale di sorveglianza di Roma. La difesa del sessantenne Peppe Alferi ha presentato reclamo avverso il regime del 41 bis, imposto a quello che è ritenuto capo indiscusso dell’omonimo gruppo di mafia. Il carcere duro gli venne imposto sulla base delle accuse mosse a seguito del blitz “Inferis”. Da allora, ad Alferi è sempre stato riconfermato. Per la difesa, sostenuta dal legale Maurizio Scicolone, ormai da tempo mancherebbero le condizioni per giustificare le restrizioni imposte al sessantenne. Il reclamo, ancora una volta, fa leva sull’assenza di collegamenti tra Alferi e le organizzazioni di mafia del territorio. La linea seguita dal legale esclude un’eventuale pericolosità. Secondo questa ricostruzione, Alferi non sarebbe un esponente dei clan. Lui stesso respinse l’ipotesi di una sua appartenenza alle famiglie di mafia.

Con il reclamo, che sarà trattato dai magistrati romani, la difesa punta ad una revoca del regime del carcere duro. Già in altre occasioni, sia il tribunale di sorveglianza sia la Cassazione si sono invece espressi per una conferma, richiamando le conclusioni della Direzione antimafia.

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