Centrodestra in salita, Dc: “Parole Pepe inopportune, candidatura a sindaco non è già decisa”

 
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I cuffariani Licata e Cascino con il segretario provinciale Gero Valenza

Gela. Prima gli interessi della città e del territorio e poi gli equilibri di partito. Nel centrodestra locale, che fa fatica a trovare l’abbrivio giusto, i cuffariani si mettono su un fronte distante da quello del modello Caltanissetta, con il ticket Forza Italia-Fratelli d’Italia. Partono infatti dal presupposto che la candidatura a sindaco andata agli azzurri, per le urne nissene, non può costituire un vincolo per una leadership cittadina da mettere nelle mani dei meloniani. I dirigenti della Dc si dicono “sorpresi e amareggiati” dalla parole del coordinatore azzurro Vincenzo Pepe, convinto invece che vada rispettata l’intesa con Fratelli d’Italia alla guida dell’alleanza. Ha sottolineato che probabilmente il dissenso dei cuffariani possa dipendere dall’assenza di spazi di manovra per soluzioni che gli possano assicurare collocazioni di spessore. “Il commissario di Foza Italia Pepe rilascia dichiarazioni inopportune e sicuramente inadeguate, in un momento così delicato e decisivo per le sorti della nostra città. Da un rappresentante di un partito moderato e liberale come Forza Italia – dicono il commissario Giuseppe Licata e il consigliere comunale Vincenzo Cascino – ci saremmo aspettati una analisi più approfondita e comunque più rispettosa della posizione espressa da un alleato. Nella sua dichiarazione, poco meditata, non si è forse reso conto che, implicitamente, relega la nostra città ad un ruolo secondario, marginale e subordinato agli interessi del capoluogo. Ammettere, con toni peraltro ultimativi, che in città la candidatura a sindaco è stata già decisa, in conseguenza dell’accordo raggiunto a Caltanissetta, significa non rispettare la peculiarità del nostro territorio che, per numero di abitanti e per il suo peso economico, non merita di essere sacrificata in modo così plateale”. I due dirigenti della Dc battono sul fatto di non voler rompere la coalizione che deve ancora inverarsi.

“Consapevoli del ruolo centrale svolto dalla Nuova Dc, in virtù del suo radicamento sociale e dell’equilibrio dimostrato in tutte le fasi critiche che hanno coinvolto la politica regionale – aggiungono – il nostro fine non mirava alla rottura della coalizione ma piuttosto era il tentativo di mettere in primo piano gli interessi della nostra città. Non siamo disposti a sacrificare gli interessi del nostro Comune per quelli di partito, qualunque esso sia”.

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