“Costretto a chiudere bar per danni estorsioni”, ex titolare chiede 300 mila euro

 
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Gela. Ha chiuso la sua attività, anche a causa dei danni economici patiti per dare seguito alle richieste estorsive che in passato gli vennero recapitate da esponenti di Cosa nostra locale. Se non avesse pagato la messa a posto, avrebbe potuto subire ripercussioni. L’ex titolare di un bar, sul lungomare Federico II di Svevia, si vide costretto a pagare ma adesso chiede che i due estorsori, condannati in sede penale per quei fatti, gli risarciscano trecentomila euro. A tanto ammonterebbero i danni subiti. La citazione in giudizio è già stata recapitata alla difesa di uno degli estorsori (condannato nel giudizio penale). L’avvocato Rocco Cutini si costituirà nell’interesse di quello che i giudici hanno già condannato, per essere stato un esattore dei clan. L’ex titolare del bar chiede di ottenere un risarcimento per i danni morali ed economici patiti nel corso del tempo.

Nonostante siano trascorsi diversi anni, con le condanne dei due coinvolti ormai definitive (a sei e cinque anni di detenzione), sarà il giudice civile del tribunale a valutare le richieste avanzate dall’esercente, preso di mira dai clan.

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