Crisi idrica, “Area civica” scrive all’Ati e al sindaco: “Pnrr e fondi per le reti”

 
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Fillippo Guzzardi

Gela.  Le continue crisi idriche che costantemente pesano sul servizio offerto ai cittadini hanno spinto i componenti di “Area civica-Gelesi in movimento” a scrivere al presidente dell’Ati Massimiliano Conti e al sindaco Lucio Greco. Come scrive il portavoce Filippo Guzzardi, c’è il bisogno di avere certezze sui finanziamenti e sugli investimenti. Nella missiva, si richiama il Pnrr con i contributi per le reti e gli invasi. “Area civica” fa un excursus dei bandi, anzitutto criticando Regione e Siciliacque che “continuano ad ignorare sul piano infrastrutturale il territorio sia per quanto riguarda le dighe sia per quanto riguarda gli invasi”. “Quello gelese è un territorio abbandonato dove è stato lasciato morire un dissalatore che tutte le città costiere, a causa degli oneri esosi per realizzarlo, possono limitarsi solo a sognare, rappresentando un pozzo d’acqua senza fondo, di fatto inesauribile e che, d’altro canto, avrebbe comunque garantito una qualità dell’acqua con parametri non certo peggiori di quella che fanno passare con l’ossimoro di “acqua potabile ma non bevibile”, viene riportato nella missiva.

Viene ricordato che l’Ati è stata ammessa ad un finanziamento da circa 16 milioni di euro per migliorare l’efficienza delle reti di distribuzione, compresi la digitalizzazione e il monitoraggio. “Cosa ne sarà dei quasi 16 milioni se tra le 119 proposte pervenute al Mims nella prima finestra temporale (la cui graduatoria di ammissione dovrebbe essere pubblicata entro il mese corrente) ve ne sia almeno una avanzata dall’ente
d’ambito; ovvero se c’è l’intenzione di farlo per la seconda finestra tra settembre ed ottobre, per interventi magari ad integrazione di quelli previsti con i quasi 16 milioni ammessi a finanziamento”, chiede il portavoce. Infine, vengono ricordati gli impegni non rispettati dalla gestione privata. “Appare persino superfluo ricordare quanto vitali siano per questo territorio modifiche strutturali permanenti che subentrino alla miriade di interventi tampone non risolutivi. L’erogazione dell’acqua “H24” nel territorio di Gela e del suo comprensorio, durante tutto l’anno rimane un miraggio con criticità che si acuiscono, puntualmente, nel periodo estivo che stiamo attraversando. Le reti colabrodo
del comune di Gela, nel terzo millennio, hanno raggiunto una triste fama che oramai supera i confini territoriali, in un’isola dove – per definizione – non potrebbe e non dovrebbe esserci crisi idrica. Anzi, semmai, è proprio il reiterare a perdere e non concretizzare finanziamenti come quelli del Pnrr, il vero spreco e sintomo di una crisi che non è idrica, ma di rappresentanza e tutela di un territorio, inspiegabilmente, irragionevolmente ed irresponsabilmente, vessato e maltrattato”.

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