Crisi indotto, dopo Priolo c’è Livorno e molti partono: “Aspettiamo le banche”

 
0

Gela. Dopo Priolo arriva Livorno. Il tour alla ricerca di qualche mese di lavoro in più per gli operai dell’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, infatti, si arricchisce di una nuova tappa.

Livorno come Priolo. Nello stabilimento toscano di Stagno, di proprietà dell’Eni, sono in programma lavori di manutenzione straordinaria che dovrebbero comportare una maggiore richiesta di manodopera. Così, è già partita la gara per gli ingaggi e la cassa integrazione che, intanto, riguarda decine di lavoratori gelesi, continua a subire distacchi. Chi sceglie di lavorare in altre fabbriche,riuscendo ad ottenere contratti a tempo determinato, deve necessariamente richiedere il distacco dagli ammortizzatori sociali in atto. Alla cassa integrazione, insomma, si preferiscono contratti di lavoro a tempo in giro per la Sicilia, come nel caso della fermata degli impianti all’Isab di Priolo, o lungo il resto della penisola, vedi la raffineria di Livorno. 

Le banche anticipano? “In effetti – spiega il segretario della Fiom Cgil Orazio Gauci – le richieste di operai stanno arrivando anche da Livorno. Senza lavoro è difficile dire no”. Intanto, dallo scorso novembre, va avanti la vertenza dei lavoratori Smim e Elettroclima: attendono retribuzioni arretrate e, soprattutto, risposte dagli istituti di credito che dovrebbero anticipare i pagamenti per gli ammortizzatori sociali. “Non ci sono ancora certezze – conclude Gauci – le filiali locali non possono dare il via libera all’anticipazione senza il consenso dei funzionari delle sedi centrali. Una cosa è certa, questi operai non ricevono stipendi regolari da mesi. Purtroppo, è una realtà che non riguarda solo Smim e Elettroclima ma investe gran parte dell’indotto Eni”. Già la scorsa settimana, anche i segretari provinciali di Fim e Uilm, Angelo Sardella e Nicola Calabrese,avevano lanciato l’allarme indotto. Senza interventi immediati e senza lo sblocco dei primi lavori di manutenzione e bonifica all’interno dello stabilimento Eni, hanno ribadito, si rischiano ulteriori ripercussioni occupazionali.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here