“Dammi il subappalto”, pressioni su un imprenditore: giudizio per un suo collega

 
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Gela. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, avrebbe imposto di affidargli un subappalto per lavori stradali nella provincia di Agrigento.

Così, si è aperto il processo a carico dell’imprenditore agrigentino Mariano Mangiapane. Durante l’udienza tenutasi davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Patrizia Castellano, ha deposto l’imprenditore che avrebbe subito le richieste finite al centro delle indagini.
“Ricordo – ha spiegato Giuseppe Martorana – che dopo l’aggiudicazione dei lavori alla mia azienda, il signor Mangiapane venne a trovarmi all’interno del mio ufficio di Caposoprano. Mi fece capire che c’era la necessità, per evitare problemi durante l’esecuzione dei lavori, di affidarsi ad un’impresa del posto. Così, scelsi di assicurare un subappalto all’azienda della famiglia Mangiapane. Devo dire che da un punto di vista tecnico e lavorativo non ebbi mai problemi con loro. Si occuparono del cantiere in maniera efficiente”.
L’imprenditore ha risposto alle domande formulate dal pm della Dda nissena e a quelle del legale di difesa dell’imputato. L’appalto aggiudicato all’azienda gelese nell’area del comune di Cammarata venne assegnato dieci anni fa dai funzionari della provincia di Agrigento. In base alla testimonianza resa in aula dall’imprenditore gelese, quello dell’appalto finito al centro del dibattimento non sarebbe stato il solo caso di pressioni subite.

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