Dimissioni firmate in bianco e ricatti, il titolare di un’azienda agricola dal gup

 
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Gela. Il titolare dell’azienda Agriservice, Giacomo Cirignotta, e un faccendiere, Giuseppe Lodato, sono accusati di tentata estorsione e usura nei confronti di alcuni lavoratori stagionali.

I dipendenti occasionali, secondo il pubblico ministero Lara Seccacini, furono costretti a firmare il loro licenziamento ancora prima di essere assunti.
In questo modo, Giacomo Cirignotta, amministratore dell’azienda agricola di contrada Bulala, avrebbe potuto ricattarli. Secondo l’accusa, gli stessi lavoratori, assunti principalmente per la raccolta del ciliegino e per l’imballaggio di ortaggi, venivano sottopagati rispetto ai contratti nazionali.
Una di questi operatori, in totale venti, difesa dall’avvocato Giovanna Cassarà, ha deciso di costituirsi parte civile. I suoi colleghi sono difesi, invece, dal legale Giuseppina Li Vecchi. Nel corso dell’udienza preliminare, il giudice Fabrizio Molinari, inoltre, ha negato ai legali di Giacomo Cirignotta e del faccendiere, Giuseppe Lodato, la richiesta di spostare il processo a novembre unendolo con un altro procedimento che vede Cirignotta indagato insieme ad altre persone per una presunta truffa su finanziamenti comunitari.
Gli operatori dell’azienda Agriservice avevano cercato una mediazione avviando una trattativa sindacale. Un tentativo sfociato, invece, nelle vie legali. Ognuno dei lavoratori rivendica il riconoscimento dei propri diritti che, stando alle loro accuse, sarebbero stati negati. Si parla di sfruttamento sul luogo di lavoro, perché sottopagati e minacciati dal rischio di essere licenziamenti.
Proprio prima di una recente raccolta di ortaggi, il titolare dell’azienda ortofrutticola di contrada Bulala avrebbe convocato i dipendenti sottoponendogli la lettera di licenziamento ancora prima di essere assunti. Avrebbero dovuto firmare per assicurarsi il lavoro. Durante l’udienza preliminare, ieri, in tribunale, erano presenti molti di quei dipendenti.

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