Dismissione Eni colpa del Pd, Fratelli d’Italia: dopo Fasulo gli elettori bocceranno Arancio

 
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Gela. La fine della raffinazione del petrolio a Gela è stata gestita solo dal Partito democratico

e dai suoi massimi rappresentanti politici.

A rievocare quei drammatici momenti contraddistinti, dal 2013 al 2014, da mesi di blocchi agli accessi della fabbrica, un accordo di rilancio del sitoindustriale sancito e successivamente negato dai vertici Eni, dall’arrivo in città del presidente dell’allora consiglio dei ministri Matteo Renzi, e la definitiva firma al Mise il 6 novembre 2014, sono i referenti della sezione locale “Giorgio Almirante” di Fratelli d’Italia-An.

“Il Partito democratico locale si assuma le proprie responsabilità – tuona Antonio Lauretta, portavoce gelese Fratelli d’Italia – La fine della raffinazione del petrolio di Eni fu gestita solo all’interno del Pd e solo ed esclusivamente da uomini del Pd. A condividere ed a sostenere quegli accordi con l’Enichem, oltre ai sindacati ed all’ex sindaco Angelo Fasulo (Pd), sono stati i più autorevoli esponenti politici del Pd: il Presidente del consiglio dei ministri, il segretario nazionale, regionale e provinciale, il Presidente della regione Siciliana Rosario Crocetta, la deputazione regionale, primo fra tutti, l’onorevole Giuseppe Arancio”.

Lo stesso Claudio De Scalzi, presidente Eni, venne indicato proprio da Renzi.

A scatenare l’indignazione della sezione “Giorgio Almirante” di Fratelli d’Italia-AN sono state le dichiarazioni recentemente rilasciate dai più autorevoli esponenti politici cittadini del Partito Democratico: il deputato all’Ars Giuseppe Arancio ed il segretario cittadino Peppe Di Cristina, secondo i quali “il protocollo sugli investimenti di Eni in città va riaperto”, “sconfessando, di fatto, – aggiunge Lauretta – tutti gli accordi che l’amministrazione dell’ormai ex sindaco Fasulo aveva pattuito con i vertici del petrolchimico Enichem”.

“A distanza di 2 anni dalla sconfitta elettorale dell’ex primo cittadino del Pd – tuona il portavoce di Fratelli d’Italia-An – la “grandine” sta arrivando, facendo finalmente chiarezza e soprattutto giustizia, dentro il Pd. Facendoci interpreti, senza ombra di sbagliare, del sentimento popolare dei gelesi, possiamo dire che in quella circostanza si è giocata una partita molto sporca per le sorti di Gela.

L’ex sindaco Angelo Fasulo, ha gravi responsabilità, tant’è che i cittadini gelesi nelle successive elezioni comunali non lo hanno, giustamente, rieletto. Però non è l’unico responsabile. Le responsabilità infatti, vanno distribuite equamente fra tutti i referenti politici del Pd che parteciparono alla stesura di quegli accordi.

Mi chiedo, l’onorevole Arancio si è forse reso conto che i gelesi hanno capito cosa è successo? Che hanno aperto gli occhi? Che i gelesi stanno aspettando le elezioni regionali per metterlo, meritatamente, a riposo? Pensa di raccattare qualche voto individuando in Angelo Fasulo il parafulmine di turno? Pensa che ci possiamo “ammuccare” tutto quello che ci dice facendolo passare per oro colato?

Prima anche lei, assieme agli altri del suo partito, ci avete presentato questi accordi come l’inizio di una nuova era e adesso ci dite che avete sbagliato? La verità, “caro” On. Arancio è che con quegli accordi avete pensato, erroneamente, ed in “virtù” di chissà quale cervellotico ragionamento, che qui il petrolchimico avrebbe dovuto dismettere, perché non più conveniente(?), per sostituirlo con un vero e proprio specchietto per le allodole: la bioraffineria. E mentre adesso vi lanciate accuse a vicenda, circa 5.000 gelesi sono già andati via per cercare lavoro altrove”.

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