“Domani apriamo”, commercianti in prima linea: “Zona rossa finisce a mezzanotte”

 
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I commercianti in piazza Umberto I in protesta durante la pandemia

Gela. “La zona rossa termina a mezzanotte. Da domani, riapriamo”. Gli esercenti locali, come avevano preannunciato sabato nel corso del sit-in di piazza Umberto I, domani alzeranno le saracinesche delle loro attività. Non terranno in considerazione quanto affermato dal manager Asp Alessandro Caltagirone, che in attesa di verificare i dati, ha parlato della necessità di almeno altre 48 ore di zona rossa. Gli esercenti e le associazioni datoriali annunciano invece che da domani riapriranno, seguendo le regole della zona arancione. Anzi, stanno valutando di presentare un esposto in procura. “Considerando che dai dati forniti dal manager Caltagirone, i nuovi contagi della settimana sono notevolmente sotto la soglia dei 180, previsti dal decreto in vigore – dicono – e che per sua stessa ammissione il dato del giorno 6 maggio si riferiva a tamponi effettuati la settimana precedente e processati in ritardo, non ci spieghiamo questo accanimento contro le categorie da noi rappresentate. Invitiamo il presidente della Regione Nello Musumeci e il sindaco Lucio Greco a difendere le nostre categorie da questo ulteriore danno che rappresenterebbe la goccia che fa traboccare il vaso”. L’appello è condiviso da Casartigiani, Fipe-Confcommercio, Confcommercio e Confesercenti.  Antonio Ruvio, Paolo Grimaldi, Rocco Pardo e Rocco D’Arma, parlano di “tolleranza zero”.

“E’ facile prendere decisioni per chi ha uno stipendio mensile assicurato, senza curarsi dei risvolti drammatici che certe decisioni hanno, colpendo sempre e solo alcune categorie, le stesse che non hanno avuto nessuna tutela da parte di questo governo – dicono – come i commercianti, gli artigiani, i ristoratori, i parrucchieri,  gli estetisti, i piccoli imprenditori e i liberi professionisti”. Sono pronti a sostenere le eventuali spese giudiziarie a supporto di operatori che si dovessero trovare davanti all’accusa di aver violato le misure. “Come associazioni datoriali – aggiungono – ci costituiremo parte civile”. Da domani, quindi, negozi aperti ed esercenti in prima linea contro le restrizioni.

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