Dopo il corteo, i segretari Camusso e Landini ai presidi: “Eni non se ne andrà”

 
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Gela. “Ci dovete aiutare voi, soprattutto l’indotto di questa fabbrica è in ginocchio”. Al termine del corteo che ha visto la partecipazione di almeno diecimila manifestanti, il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso e quello della Fiom Maurizio Landini

hanno fatto visita ai presidi organizzati dai lavoratori in sciopero.
Oramai la protesta è arrivata al ventiquattresimo giorno. “Ci sono edili e metalmeccanici che si apprestano a compiere sessant’anni e non vedono ancora la pensione – hanno spiegato gli operai – siamo totalmente usurati e, adesso, Eni vuole andare via”.
Camusso e Landini, nonostante le tensioni degli ultimi mesi, si sono dimostrati compatti. “Eni deve dare conto e ragione di ogni scelta – dicono – vogliono la bioraffineria? La realizzano pure ma senza prescindere dalla produzione già in atto in questo sito”.

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