Esposti all’amianto in fabbrica, 38 sott’accusa: ci sono imprenditori dell’indotto ed ex funzionari Eni

 
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Gela. Trentotto indagati, tutti finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari. Danni da amianto. Devono rispondere dei presunti danni causati a diversi operai impegnati nell’indotto della fabbrica Eni. Avrebbero subito le conseguenze dell’esposizione all’amianto. A rispondere alle accuse sono titolari di aziende impegnate per conto di Eni ed ex responsabili della fabbrica di contrada Piana del Signore. Intanto, proprio una decina di lavoratori ha già scelto di costituirsi parte civile nel procedimento. Insieme a loro, anche le associazioni Ona, Amici della Terra e Aria Nuova, rappresentate dagli avvocati Joseph Donegani, Lucio Greco, Davide Ancona e Maurizio Cannizzo. I legali hanno formalizzato l’intenzione di costituirsi anche per ottenere un risarcimento economico dopo le patologie contratte dai loro assistiti. Davanti a queste richieste, il gup Molinari ha aggiornato l’intera attività all’udienza del prossimo 2 ottobre.

Uno degli indagati si difende. Sono stati i difensori degli indagati a chiedere un termine per esaminare il contenuto degli atti di costituzione delle parti civili. Intanto, proprio davanti al gup, uno degli indagati ha sottolineato che, all’epoca dei fatti, aveva già lasciato la carica di legale rappresentante di una delle aziende finite al centro dell’indagine coordinata dai magistrati della procura. Proprio il 2 ottobre, dovrebbero arrivare le richieste della pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Elisa Calanducci. L’indagine partì dalla denuncia di un operaio che, per anni, lavorò tra gli impianti della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Una grave patologia, però, lo colpì. Altri suoi ex colleghi, adesso, hanno scelto di costituirsi con gli avvocati Vittorio Giardino, Antonio Impellizzeri, Paolo Testa e Maria Concetta Di Stefano.

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