“Ha un familiare malato”, Ministero bocciato: Il caso di una guardia carceraria

 
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Gela.
Il no al suo trasferimento tra i reparti del carcere di contrada Balate non è fondato: per questa ragione, la guardia penitenziaria A.L.C. ha il diritto a tornare in città dove potrà meglio accudire un familiare affetto da un grave handicap.

In questo modo, i giudici del tribunale amministrativo di Palermo hanno bacchettato i funzionari del ministero della giustizia che avevano respinto l’istanza presentata dalla guardia penitenziaria gelese. A.L.C., dopo diversi anni di servizio svolti lontano dalla città, aveva chiesto di essere trasferito nel carcere di contrada Balate per poter meglio assistere un familiare affetto da handicap.
Il no dei funzionari ministeriali veniva giustificato facendo riferimento all’assenza di posti da occupare tra i reparti di Balate. Diniego, stando all’ordinanza emessa dai magistrati palermitani, del tutto ingiustificato: da alcuni mesi, infatti, l’eventuale spazio per un nuovo inserimento nell’organigramma del carcere gelese si è concretizzato.
Quindi, proprio per poter assistere nel migliore dei modi il familiare, la guardia penitenziaria potrà ritornare in città.
Per questa ragione, i giudici del tar hanno ordinato ai funzionari del ministero della giustizia e a quelli del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di riesaminare il caso di A.L.C.

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