I delitti della settimana Santa nel “Sangue di Giuda”, presentato il romanzo di Cantella

 
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Gela. Da Raymond Chandler, con il suo Philip Marlowe, e fino alla filosofia ottocentesca di Soren Kierkegaard, sono tanti i rimandi che si susseguono nelle pagine de “Il sangue di Giuda”, ieri presentato in città su iniziativa dell’associazione degli ex allievi del liceo classico “Eschilo”, presieduta dalla professoressa Maria Grazia Falconeri. Proprio tra i banchi del liceo si formò l’autore, il giornalista gelese Gabriele Cantella. Da anni vive in Lombardia, a Milano, dove si è fatto spazio nel giornalismo sportivo, conduttore e autore di trasmissioni tv e redattore per testate on line e cartacee. “Il sangue di Giuda” è la punta di una produzione letteraria di recente sviluppo ma che ha già avuto riscontri. Non a caso, l’opera presentata ieri, che segue i passi e i pensieri dell’investigatore privato Giovanni Alma, è stata scelta da Mursia per la collana “Giungla gialla”. Predecessori sono stati “L’opera dei pupi” (sei racconti a sfondo noir) e “Passato in giudicato” (tra le cui pagine già si susseguivano le indagini di Giovanni Alma). Ieri, Cantella, dialogando con il professore Liborio Mingoia, ha approfondito l’esegesi di un giallo (“o qualcosa di più?”) tutto ambientato in città, come la quasi totalità dei suoi scritti. L’investigatore privato di Cantella inizierà ad occuparsi dei delitti della settimana Santa. Chi uccide lo fa in chiesa, lasciando accanto ai corpi delle vittime trenta pezzi d’argento e un santino con le stazioni della Via Crucis. A Gela, in quei giorni la pioggia era battente, al pari dei travagli interiori di Alma. Se sia il caso a regolare gli eventi di quella settimana oppure se ci sia dietro una fredda liturgia, scandita dal rumore incessante della pioggia, spetterà al lettore accertarlo. Anche su questo si sono confrontati l’autore e Mingoia, intervallati da brevi momenti musicali e letture di passi del romanzo, affidati agli alunni del liceo classico, coordinati dalle docenti Concetta Massaro e Lella Oresti. Per Cantella si è trattato di confrontarsi con il suo passato, con la città mai dimenticata e con le ombre lasciate dal killer della via Crucis, che in quei giorni colpiva con la tragica regolarità dei canti scanditi dai lamentatori.

Sono pagine, quelle de “Il sangue di Giuda”, che non affondano affatto nel cliché di tanta letteratura di queste latitudini. E’ Giuda il vero traditore? L’investigatore Giovanni Alma riuscirà a pacificarsi anzitutto con sé stesso? Il killer avrà finalmente un volto? Gela, intanto, sembrava aspettare, segnata dalle tante ferite del passato mentre all’alba i più anziani già entravano in chiesa. La presentazione ha visto la partecipazione di un pubblico interessato, arrivato alla pinacoteca comunale. Ad introdurre l’autore è stato l’avvocato Egidio Alma, segretario dell’associazione degli ex alunni del liceo classico “Eschilo”.

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