I metalmeccanici dell’indotto Eni a Palermo: “La raffinazione si faccia a Gela”

 
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Gela. La crisi dell’indotto Eni è sbarcata anche lungo le strade di Palermo. Una folta delegazione di operai metalmeccanici aderenti alla Fiom Cgil ha preso parte allo sciopero regionale proclamato proprio dalla sigla sindacale.

In piazza, sono scesi operai di tante aziende dell’indotto che, in vista della riconversione industriale prevista dal gruppo Eni, non conoscono ancora le sorti precise del loro stesso futuro occupazionale. Al corteo ha preso parte il segretario provinciale della Fiom Orazio Gauci, in queste settimane impegnato, insieme ai colleghi di Fim e Uilm, nelle tante vertenze che si susseguono.
Dal palco, il segretario nazionale Maurizio Landini è stato molto chiaro davanti al caso della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. “Bisogna trovare il modo per non mettere in discussione l’equilibrio ambientale – ha precisato – da che mondo è mondo, la raffinazione si fa vicino a dove si effettuano le trivellazioni. Altrimenti corriamo il rischio che il petrolio estratto in Italia venga lavorato fuori
dal paese. Anche per l’Eni serve un piano nazionale. Un’azienda controllata dallo stato non dovrebbe rispondere solo a una questione di utili ma a un’idea più generale”.

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