I presunti interessi della mafia sul rigassificatore, archiviata l’indagine: cadono le accuse anche a due imprenditori gelesi

 
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Gela. Cadono definitivamente le accuse legate a presunte infiltrazioni mafiose negli appalti per la paventata realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, nell’agrigentino.
I pm della Dda palermitana hanno chiesto l’archiviazione. Nell’indagine, passata negli scorsi mesi dai pm di Agrigento a quelli della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sono stati coinvolti anche due imprenditori gelesi, il trentaduenne Nunzio Adesini e il cinquantasettenne Emanuele Mondello, entrambi ai vertici societari della Mondello spa. Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Palermo, come richiesto dagli stessi magistrati della Dda del capoluogo siciliano, ha emesso un provvedimento di archiviazione che risale alle scorse settimane. Non ci sono elementi che possano collegare l’intera vicenda a presunti interessi della criminalità organizzata. I legali dei due imprenditori gelesi, già negli scorsi mesi, avevano contestato interamente le accuse mosse ai loro assistiti. Il gruppo gelese era entrato nell’iter di affidamento dei lavori per la costruzione dell’opera. Il provvedimento di archiviazione riguarda anche le posizioni di Aurelio Cesareo, Giuseppe Luzzio, Antonio Lorenzo Poli, Giuseppe Scariano, Salvatore Scariano, Antonio Sgarito, Gaetano Sferrazza, Francesco Torres e Giuseppe Citino. Sono tutti rappresentanti di aziende legate al progetto del rigassificatore. Dopo l’archiviazione decisa dai magistrati palermitani, gli atti sono ritornati ai pm di Agrigento che continueranno, a questo punto, a valutare l’intera vicenda, intorno alla quale però non c’è più l’ombra di eventuali interessi mafiosi.

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