I soldi dell’Eni, è scontro nel centro sinistra: Cirignotta e il Megafono “smentiscono” Siragusa

 
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Gela. Non smette d’infuriare la polemica intorno ai fondi che Eni ha destinato alla città.

“La Regione è pronta a finanziare i progetti”. Non solo le “famose” compensazioni da 32 milioni di euro ma anche i circa 11 milioni versati in relazione alle concessioni estrattive garantite dalla Regione alla multinazionale. A sollevare il caso, accusando lo stesso presidente della Regione Rosario Crocetta, è stato il consigliere comunale del Polo Civico Guido Siragusa. Per l’esponente del centro sinistra, infatti, gli undici milioni destinati a diversi progetti per il rifacimento del centro storico cittadino, sarebbero stati trasferiti in altri capitoli di spesa. Una linea, in realtà, ribadita anche dall’assessore ai lavori pubblici Flavio Di Francesco. “La nota letta in aula dall’assessore Flavio Di Francesco – ha detto il consigliere – è la conferma che quel capitolo di spesa è vuoto. Non serve a niente difendere, per partito preso, quanto deciso a livello regionale. Basta con i sudditi che non sanno far altro che stare a fianco del Re Sole. Credo proprio che ci siano delle responsabilità anche da parte del presidente Crocetta. Sottrarre undici milioni di euro alla città, soprattutto in questa fase, è gravissimo”. Le accuse di Siragusa, però, vengono smorzate da un altro esponente del centro sinistra in consiglio comunale, il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta. “Finora, c’è stata solamente una corrispondenza interlocutoria tra il Comune e la Regione. Le somme in questione, circa 11 milioni di euro,  su autorizzazione della precedente amministrazione comunale sono state stornate dalla Regione nel capitolo attinente la manutenzione straordinaria delle dighe. Queste somme, unitamente ad altri 10 milioni di euro previsti dal Patto per il Sud, saranno impiegate per rendere funzionali le dighe, dando finalmente una risposta importante al settore agricolo, un settore dimenticato oramai da troppo tempo dalle istituzioni. In un momento storico dove la scarsa piovosità provoca siccità, ritengo che la scelta politica del presidente della Regione di utilizzare quelle somme per improcrastinabili interventi strutturali sulle dighe, sia una scelta azzeccata e ben ponderata. Senza acqua dalle dighe non si può pensare ad uno sviluppo dell’agricoltura del territorio. Da informazioni che ho assunto, in ogni caso, sono immediatamente spendibili nel capitolo delle compensazioni minerarie ulteriori 6 milioni di euro. Invito l’amministrazione comunale a trasmettere alla Regione con estrema sollecitudine i progetti esecutivi per l’impegno delle somme, in quanto rimane fermo l’impegno dell’amministrazione regionale al finanziamento dei progetti nel giro di qualche settimana”.

I cantieri “temporanei” per i lavoratori dell’indotto. Vedute chiaramente differenti tra i banchi del centro sinistra che, di certo, contribuiscono a rendere il caso ancora più intricato. A rispondere a Siragusa, con l’obiettivo di mettere fine alla polemica, sono anche gli esponenti locali del Megafono, il movimento politico del presidente Rosario Crocetta. Questa volta, sul tavolo, ci sono i 32 milioni di euro di compensazioni e il progetto di avviare una serie di cantieri temporanei che possano impiegare lavoratori dell’indotto di raffineria, senza più alcuna copertura previdenziale. Anche in questo caso, Guido Siragusa non ha lesinato critiche dopo la riunione palermitana tra Crocetta, vertici Eni ed amministrazione comunale. Il consigliere ha parlato di rilancio di un modello “assistenzialista”. “Non capisco tutte queste polemiche – dice il coordinatore del Megafono Laura Caci – durante il vertice di Palermo, si è deciso di valutare l’ipotesi di impiegare circa centocinquanta lavoratori dell’indotto in cantieri temporanei, soprattutto in città. Verrebbero utilizzati fondi Inps e, in ogni caso, solo in minima parte quelli delle compensazioni Eni. A questi operai tagliati fuori dal ciclo produttivo bisogna dare delle risposte. Di certo, non lo si fa con le polemiche sterili. Sarebbero cantieri temporanei, in attesa che quelli all’interno della raffineria riprendano a pieno regime”. 

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