Iacona morì a Timpazzo, pm ha concluso: chiesto processo per dieci imputati

 
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Il sito di Timpazzo

Gela. Per la procura, quello che accadde sei anni fa, all’interno della discarica Timpazzo, con la morte dell’operaio Rocco Iacona, fu responsabilità anche di chi non avrebbe assicurato i necessari controlli e delle aziende che operavano nel sito di conferimento. Il pm Lucia Caroselli, davanti al gup Roberto Riggio, ha richiesto il giudizio per gli imputati in questo secondo filone processuale scaturito dal tragico incidente sul lavoro. In base alle richieste del pm, devono andare a processo, Carmelo Lanzarone, Filippo Indorato, Giuseppe Morello, Nunzio Lipomi, Vincenzo Greco, Sergio Montagnino, Giuseppe Panebianco, Ruben Gianporcaro, Manuela Greco e Daniele D’Aquila. L’operaio venne travolto e ucciso da una pala meccanica, che era stata usata nel tentativo di sbloccare un furgone rimasto impantanato nel terreno. Fatti che si verificarono in un’area non di cantiere. Secondo la procura, ci sarebbero state responsabilità da parte degli imprenditori delle aziende, dei tecnici della sicurezza e degli allora vertici dell’Ato Cl2 in liquidazione che gestiva il sito. La vittima aveva già concluso il suo turno ma proprio per cercare di recuperare il furgone impantanato partecipò alle manovre, avendone la peggio.

E’ invece a dibattimento, con l’accusa di omicidio colposo, l’operaio che manovrava la pala meccanica e che avrebbe commesso un errore rivelatosi fatale per Iacona. La richiesta del processo per i dieci imputati è stata formalizzata anche dai legali di parte civile, che assistono i familiari della vittima. Gli avvocati Carmelo Tuccio e Vittorio Giardino, come già spiegato nell’altro giudizio nel quale sono sempre parti civili, ritengono che la morte di Iacona fu causa di una sequenza di omissioni rispetto alle norme in materia di sicurezza. Anche i mezzi non avrebbero avuto la necessaria efficienza. Tesi che invece viene esclusa dai difensori dei coinvolti. Toccherà proprio a loro discutere, la prossima settimana. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Antonio Gagliano, Angelo Cafà, Maria Licata, Davide Anzalone, Giuseppe Dacquì, Alessandro Geraci, Laura Geraci e Fabio Fargetta.

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