Il blitz “Falco”, cinque indagati si difendono al riesame: “Niente droga ma solo rapporti di lavoro”

 
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Gela. Continuano a difendersi e a rigettare le accuse mosse dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, confluite nel blitz “Falco”. Solo rapporti di lavoro. Davanti ai giudici del riesame, così, i legali di Orazio Tosto, Angelo Famao, Guido Legname, Gabriele Macchiarella e Francesco Cuntrò hanno esposto le proprie ragioni. Con una serie di nuovi documenti, l’avvocato Carmelo Tuccio ha soprattutto insistito sull’estraneità ai fatti di Angelo Famao. Il giovane, titolare di una piccola azienda edile, avrebbe avuto rapporti con gli altri indagati solo per ragioni di lavoro. Quindi, nessun linguaggio criptico per sviare gli investigatori e portare avanti un presunto giro di spaccio. Stessa linea che il legale ha esposto rispetto agli altri due giovani indagati, ovvero Orazio Tosto e Guido Legname. Per loro, sono scattati gli arresti domiciliari ma, adesso, la difesa ha chiesto una misura alternativa. Alla fine, solo il presunto capo del gruppo Gianluca Pellegrino, ritenuto vero collegamento con il clan Emmanuello, è stato sottoposto alla custodia cautelare in carcere. Per gli altri indagati, invece, sono state decise misure diverse dalla detenzione. Nei prossimi giorni, toccherà agli altri difensori presentarsi dai giudici del riesame.

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