L’Aias spegne 40 candeline, il regalo è il via libera al “Dopo di noi”

 
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Gela. Il centro Aias di Borgo Manfria festeggia 40 anni e annuncia la realizzazione del progetto “Dopo di noi”: una struttura residenziale di cura e assistenza di soggetti autistici e diversamente abili, senza famiglia.  Sorgerà in una superficie di 36 mila metri quadrati che sembra la naturale estensione degli storici locali di Borgo Manfria. Saranno realizzati 40 posti letto capaci di ospitare 70 soggetti. Li assisteranno 15 operatori specializzati. Quella che si appresta a diventare una delle strutture più importanti di tutto il meridione d’Italia prevede un investimento di 4 milioni di euro, interamente finanziato dal centro Aias presieduto da Anna Maria Longo. Ad annunciare il via libera al progetto, stipato nei cassetti del Comune da tre anni, è il sindaco Domenico Messinese.

“Non faccio promesse – assicura il primo cittadino -. Avevo detto ad aprile che avrei voluto occuparmi del progetto per molto tempo tenuto dentro un cassetto. Grazie agli uffici del Comune l’iter è concluso. Aspettiamo solo l’autorizzazione per farlo partire”. Alle parole del sindaco ha fatto seguito un applauso intenso interrotto dalle parole commosse del presidente del centro, Anna Maria Longo, e di Rocco Di Caro. “Oggi – rivolgendosi al sindaco – lei dà speranza ai genitori e garanzie di vita a questi ragazzi che avranno la possibilità di vivere nel luogo dove sono cresciuti”.

“Dopo di noi” ospiterà anche due diverse piscine, una delle quali per l’assistenza dei soggetti normodotati e l’altra dedicata ai diversamente abili. L’impianto potrebbe sviluppare attività di ippoterapia e pet-terapy per coprire una carenza strutturale che nel territorio si traduce in disagio e abbandono. 

Il “regalo” del sindaco è stato quasi introdotto dagli interventi dei presidenti nazionali storici. Da Francesco Lo Trovato, l’84enne che nel ricordare i primi passi che hanno portato alla nascita dell’Aias, evidenzia “Si diceva di figli spastici. Noi emarginavamo i nostri genitori solo perché facevamo figli e basta. Anche la classe medica non sapeva dare risposte alla disabilità. Ci siamo mossi con umiltà e pazienza – aggiunge – parlando di collettività e società. A noi non interessava personalmente nulla. Volevamo solo riscattare l’emarginazione dei nostri figli e delle famiglie disabili. Questo è il valore che ritengo di avere riscattato”.

In città l’Aias è approdata nel 1972, ospitata in locali angusti in via Cairoli. A Borgo Manfria si è trasferita quattro anni più tardi. “Oggi celebriamo 40 anni di crescita a Gela, 60 nel territorio – assicura Salvatore Nicitra, presidente nazionale – La nostra semplice storia è legata alla nostra cultura. La brochure realizzata dal centro diretto da Anna Longo sintetizza i 40 anni di storia e guarda al futuro col progetto “Dopo di noi”. Abbiamo già individuato altri traguardi”.

Durante i festeggiamenti si è parlato dei presidenti storici e degli uomini che hanno tracciato il cammino virtuoso del centro Aias. 

Per celebrare i quaranta anni Poste italiane ha realizzato un annullo filatelico speciale. Era presente Giuseppe Catalfo, direttore provinciale, e Salvatore Di Tavi, direttore della posta centrale più volte premiata per la sua efficienza. 

Il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, monsignore Rosario Gisana, ha benedetto una Madonnina proveniente da San Giovanni Rotondo e collocata nel perimetro interno dello torico centro di cura e riabilitazione.

A fare da cornice all’evento le esibizioni dei campioni che hanno fatto della disabilità espressione di libertà e di vita. La giornalista Rosa Battaglia ha moderato e introdotto tutti gli interventi. 

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