Il flop delle primarie del Pd, Di Cristina lascia? “Sono amareggiato, deciderò con il partito…c’è stata una regia non troppo occulta”

 
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Gela. Il “day after” del Partito Democratico, con l’annullamento di tutte le procedure di voto per le primarie e una sonora figuraccia incassata dai dem locali, non è ancora così chiaro da decifrare.


“Qualcuno ha voluto forzare la mano…”. “Parleremo, probabilmente, in conferenza stampa – dice il segretario cittadino Peppe Di Cristina – una cosa è certa, qualcuno ha voluto forzare la mano e noi contesteremo il provvedimento. Credo che dietro a quanto accaduto ci sia una regia non troppo occulta. I dati sono chiari, in tutta la provincia di Caltanissetta, anche senza i numeri di Gela, Renzi è stato sconfitto da Orlando, ad eccezione di Mussomeli, dove stranamente si è votato nella sede di Sicilia Futura. A questo punto, mi chiedo se abbia perso Renzi oppure abbiano perso Daniela Cardinale e il padre Salvatore”. Di Cristina, quindi, non rinuncia a lanciare strali politici verso gli ex Pd di Sicilia Futura che avrebbero forzato la mano per ottenere l’annullamento del voto. “Il seggio che contestavano – dice ancora – è stato subito annullato. Perché, allora, chiedere l’annullamento di tutte le procedure di voto? Probabilmente, sapevano che Renzi e i Cardinale si avvicinavano a grandi passi verso la sconfitta in città”.

“Sono stanco delle volgarità”. Il Partito Democratico locale, però, sempre più inviso alla città, dovrebbe iniziare a porsi pesanti interrogativi, soprattutto dopo la bocciatura arrivata dagli organi nazionali. “Sono stanco delle volgarità e degli attacchi personali – dice ancora – a questo punto, inizierò ad agire in ogni sede per tutelare la mia persona e il partito”. Il flop delle primarie, con i vertici cittadini del Pd, formalmente schierati per Matteo Renzi ma in realtà tutti a sostegno di Andrea Orlando, pur di non far passare i Cardinale, mette in bilico la segreteria di Peppe Di Cristina? Il segretario, almeno in questa fase, sta cercando di rafforzare il suo gruppo, probabilmente anche con nuovi ingressi, ma adesso deve dare conto e ragione di primarie buttate al vento, all’ombra di presunti voti non proprio trasparenti. “Sono molto amareggiato – conclude – le dimissioni? Milito in questo partito da quando avevo sedici anni e non ho intenzione di essere un problema per il Pd. Deciderò insieme al partito”.

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