Il polo Agroverde, dopo tre anni tutto fermo: c’è un nuovo ricorso degli ex proprietari al Tar

 
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L'inaugurazione ufficiale dei cantieri mai partiti

Gela. Le parti sembrano proprio volersi studiare. Un nuovo ricorso. La vicenda del polo fotovoltaico Agroverde, a tre anni dalla posa di una prima pietra che tale è rimasta, si trascina lentamente tra nomine di legali e ricorsi. Nelle scorse settimane, la giunta comunale ha dato mandato ad un avvocato con l’obiettivo di costituirsi in giudizio dopo la notifica, per la seconda volta in pochi mesi, di un ricorso presentato da ventisei ex proprietari dei terreni occupati tra le contrade Tenuta Bruca, Cappellania e Sant’Antonio. A loro volta, proprio i legali che rappresentano gli ex proprietari stanno valutando il da farsi. Il ricorso è stato preparato per essere presentato davanti ai giudici amministrativi del Tar di Palermo. Al centro di tanti dubbi, c’è soprattutto la conferenza di servizi svolta per il rilascio dell’autorizzazione unica firmata, alla fine, dai tecnici dell’assessorato regionale all’energia. Non a caso, i legali hanno deciso di portare in giudizio non solo il Comune ma lo stesso assessorato e la cooperativa Agroverde. Addirittura, si fa leva sulla presunta falsità di alcuni passaggi preliminari al rilascio dell’autorizzazione. Nel corso di una conferenza di servizi del maggio di tre anni fa, si sarebbe fatto riferimento alla “disponibilità dei suoli da parte della società Agroverde, essendo già concluse le procedure espropriative”. In base al ricorso presentato dagli ex proprietari, si tratterebbe di una conclusione priva di fondamento. A quella data, infatti, non ci sarebbe mai stata una procedura d’esproprio conclusa. Intanto, gli uffici regionali hanno provveduto a rinnovare l’autorizzazione unica.

Si tratta? Da tempo, gli imprenditori del gruppo Agroverde parlano di eventuali nuovi investitori pronti a coprire le somme da versare per le spese d’esproprio. Decine di ex proprietari, infatti, attendono ancora di ricevere quanto dovutogli per aver perso i terreni. Non è da escludere, a questo punto, che si apra una nuova trattativa nel tentativo di evitare il giudizio davanti al tribunale amministrativo.

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