Indotto Eni, no dei sindacati al taglio dei contratti di secondo livello: due aziende per lo smantellamento dei dissalatori

 
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Gela. E’ partito il confronto tra sindacati e aziende dell’indotto Eni che hanno deciso di tagliare i contratti di secondo livello, ovvero tutte quelle indennità previste nelle buste paga degli operai alle loro dipendenze.

No al taglio dei contratti di secondo livello. I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm hanno subito detto no alle proposte arrivate dai manager del gruppo Sudelettra. Stando ai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, il taglio del secondo livello sarebbe solo una “mossa strumentale”. Non ci sarebbero vere e proprie esigenze di cassa, dato l’esiguo numero di operai attualmente in attività tra gli impianti della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Il no alla proposta di taglio della quattordicesima mensilità e della presenza dovrebbe arrivare anche durante il confronto che si aprirà con l’Eurotec.

Verso l’assegnazione dell’appalto per lo smantellamento degli impianti di dissalazione. Mentre si attendono novità dall’incontro che, il 15 settembre, si terrà al ministero dello sviluppo economico sul fronte del decreto per l’area di crisi complessa e dell’accordo di programma, sembra arrivare in dirittura finale l’iter per gli appalti legati ai lavori di smantellamento del vecchio sistema di dissalazione interno alla raffineria Eni di contrada Piana del Signore. I lavori dovrebbero essere assegnati a due aziende già attive nell’indotto, le più quotate sembrano essere Smim e Eurotec, presentatesi insieme ad altrettante società con certificazioni per questo tipo d’interventi. Si tratta di uno dei cantieri previsti nell’intesa raggiunta tra i tavoli della regione e della prefettura di Caltanissetta.

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