Indotto in crisi, gli operai della Sudelettra pronti allo sciopero: “Non bisogna tagliare i diritti dei lavoratori”

 
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Le segreterie dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm hanno chiuso l'intesa

Gela. Lavoratori e imprenditori dell’indotto Eni rimangono in attesa di novità sull’eventuale sblocco dei primi cantieri tra gli impianti di raffineria. Gli operai della Sudelettra verso lo sciopero. La tensione, però, non manca. Se la vicenda degli operai del gruppo Eurotec sembra, in parte, avviata a risoluzione, quella dei dipendenti dell’azienda Sudellettra va verso il muro contro muro. Da lunedì prossimo, gli operai incroceranno le braccia. Al centro dei contrasti, soprattutto la volontà da parte dei dirigenti di una delle aziende più importanti dell’intero indotto Eni di rivedere gli accordi di secondo livello. Una serie d’indennità previste nelle intese sottoscritte tra manager societari e sindacati. E’ solo uno dei tanti fronti di una crisi che si è abbattuta come un macigno su aziende, per anni impegnate tra gli impianti dello stabilimento di contrada Piana del Signore.

“Per crescere non bisogna peggiorare i diritti dei lavoratori”. Proprio per questa ragione, i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm prendono pubblicamente posizione. “Oggi – scrivono in un comunicato unitario – il mercato non richiede che le imprese offrano soltanto un prodotto o un servizio sempre migliore a prezzi più bassi ma vuole che i metodi e i mezzi impiegati per produrli rispettino norme e regole e che salari e prospettive di crescita per i lavoratori siano adeguati”. Così, Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, pur non citando direttamente vertenze ancora aperte, rivolgono un appello a quegli imprenditori che hanno scelto di risparmiare facendo leva quasi esclusivamente sul costo del lavoro. “Le imprese che vogliono affrontare la competizione globale e ridurre i costi aziendali – scrivono ancora – devono mettere a punto delle strategie diverse rispetto a ciò che si sta verificando oggi. Le imprese che vogliono crescere e lanciarsi nel futuro sono quelle che smetteranno di cercare soluzioni solo finalizzate a peggiorare i diritti dei lavoratori”.

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