Iudice tra i grandi della pittura di ritratto, sarà in mostra nella collettiva “Volti”

 
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Giovanni Iudice (foto Medialive-Fondazione Teatro Garibaldi)

Milano. ArchiViVitali e FAI presentano la mostra collettiva “Volti. La pittura italiana di ritratto nel XX secolo” in due sedi espositive, lo Spazio Circolo a Bellano (Lecco) e Villa del Balbianello, dimora del FAI a Tremezzina (Como), che per la prima volta apre a un progetto d’arte contemporanea. Volti celebra la pittura di ritratto tra ‘900 e contemporaneità, tra committenza e libera interpretazione, attraverso oltre sessanta opere di artisti italiani realizzate dal 1910 a oggi, che testimoniano l’evoluzione del ritratto e riflettono sulla sua importanza storica e attuale. Tra i contemporanei, c’è l’artista gelese Giovanni Iudice.
La lista è lunga e figurano Gaetano Previati, Matteo Olivero, Evangelina Alciati, Anselmo Bucci, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Carlo Levi, Alberto Savinio, Italo Cremona, Alberto Ziveri, Ubaldo Oppi, Cagnaccio di San Pietro, Aroldo Bonzagni, Ernesto Thayaht, Pietro Marussig, RAM, Gigi Chessa, Francesco Menzio, Nella Marchesini, Jessie Boswell, Lalla Romano, Vittorio Matteo Corcos, Carol Rama, Mario Merz, Gisberto Ceracchini, Achille Funi, Pompeo Borra, Cesare Maggi, Ferruccio Ferrazzi, Enrico Baj, Giacomo Soffiantino, Giancarlo Vitali, Mario Ceroli, Giosetta Fioroni, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Luigi Ontani, Salvo, Mimmo Paladino, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Luca Pignatelli, Corrado Zeni, Daniele Galliano, Stefano Arienti, Thorsten Kirchhoff, Daniele Vezzani, Velasco Vitali, Luca Caccioni, Valerio Berruti, Massimo Kaufmann, Bernardo Siciliano, Livio Scarpella, Andrea Martinelli, Enrico Tealdi, Andrea Barzaghi, Luca De Angelis, Davide Serpetti.

Il progetto si sviluppa sulle due sponde del Lago di Como, mettendo in dialogo quella lecchese con quella comasca: un invito alla scoperta di due luoghi altamente rappresentativi, un piccolo viaggio lungo la via d’acqua che unisce due opposti tradizionalmente “lontani”, il ramo manzoniano e quello comasco, l’area manifatturiera e quella del Grand Tour, disseminata di ville neoclassiche. La mostra si prefigura come linea unitaria della stessa identità geografica e culturale con il dichiarato intento di ri-vedere il volto del lago nella sua intera complessità. Lo Spazio Circolo verrà allestito come una quadreria, una grande stanza dove i ritratti sembreranno vere e proprie presenze in stretto dialogo con il visitatore.
A Villa del Balbianello i dipinti saranno allestiti negli ambienti adiacenti alla Loggia e integrati con l’attuale collezione di stampe e di libri, amplificheranno il senso d’identità e la tensione verso la bellezza che rende speciale questo luogo.

Luca Beatrice commenta: “Nel corso della storia dell’arte il genere del ritratto ha ricoperto funzioni sociali, politiche e culturali: ha mostrato il potere, la bellezza, l’importanza, la ricchezza e persino idealizzato l’uomo comune. Con l’avvento della fotografia – divenuta in brevissimo tempo il mezzo più utilizzato per la ritrattistica – il XX secolo segna una svolta fondamentale. Gli artisti cominciano a esplorare nuovi approcci; molti cercano di raccontare il carattere e la sfera emotiva dei soggetti, altri di esprimere il rapporto tra pittore e modello. L’interesse sempre più forte per la psicologia, unito al desiderio di rompere con la tradizione del passato, porta questi artisti a compiere innovazioni formali che cambieranno per sempre il modo di rappresentare le persone”. La mostra è ideata da Velasco Vitali e prodotta da ArchiViVitali.

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