L’indagine “Villaggio Aldisio”, definitive le tre assoluzioni decise dal gup: condanne impugnate in appello

 
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Gela. Sono diventate definitive le tre assoluzioni decise, lo scorso marzo, dal giudice dell’udienza preliminare nei confronti di altrettanti imputati, tutti finiti al centro dell’inchiesta “Villaggio Aldisio”. L’inchiesta condotta dagli inquirenti. I magistrati della procura e gli agenti di polizia del commissariato ricostruirono un presunto giro di armi e droga, con epicentro proprio nella zona del quartiere Villaggio Aldisio. Definitive sono diventate le assoluzioni di Luigi Di Noto, Nunzio Esposito Ferrara e Orazio Zeus Sola, difesi dagli avvocati Francesco Enia, Giacomo e Maria Elena Ventura. Sono stati impugnati in appello, invece, i verdetti di condanna emessi nei confronti di Nunzio Di Noto, Ignazio Brivitello ed Enzo Bruno Manfrè. In totale, sono stati condannati ad otto anni di detenzione. Il verdetto più pesante, cinque anni di reclusione, è stato emesso ai danni di Nunzio Di Noto. La condanna è stata decisa in relazione al riconoscimento della recidiva, sempre con riferimento alle armi. I poliziotti della mobile di Caltanissetta e quelli del commissariato lo ritenevano uno degli organizzatori del presunto gruppo. Non a caso, gli venivano contestati diversi episodi legati soprattutto al possesso e all’uso di armi. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Francesco Enia, fin dalla fase d’indagine, ha sempre messo in dubbio la ricostruzione d’accusa, soprattutto escludendo che Di Noto abbia mai avuto un ruolo nel giro di armi, scoperte anche all’interno di una sorta di rimessa nella disponibilità di un altro degli imputati e di un casolare di campagna. Contestazioni venute meno nel dispositivo letto dal giudice dell’udienza preliminare. Un anno e sei mesi,  con pena sospesa, è stato il verdetto di condanna deciso in primo grado per Rocco Terlati, con pena sospesa.

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