“La riscossione non va, Ato e Ghelas punti deboli…sì ai debiti fuori bilancio azzerati”, Corte dei Conti sul rendiconto 2013

 
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Gela. Dieci punti di criticità ancora non risolti e due superati. I giudici della sezione di controllo della Corte dei conti hanno preso in esame il rendiconto 2013 approvato da Palazzo di Città e sembrano mantenere diverse perplessità.

“Una sensibile erosione della massa passiva”. “Il progressivo riconoscimento dei debiti fuori bilancio – scrivono nella loro deliberazione depositata nelle scorse settimane – attraverso le deliberazioni consiliari adottate, ha portato alla riconduzione al sistema di bilancio di 12.083.574,54 euro nel 2013 e di 8.978.827,63 euro nel 2014, con sostanziale azzeramento, nel corso del 2014, della discrasia tra il conto del tesoriere e le scritture contabili dell’ente. Ciò determina una sensibile erosione dell’ingente massa passiva su cui la sezione aveva espresso forti preoccupazioni nelle precedenti pronunce di accertamento sui rendiconti del 2011 e del 2012. Rimangono le perplessità in ordine ai debiti verso la società partecipata Ghelas spa, in quanto, nonostante il riconoscimento di 500.000 euro nel corso del 2013, non viene quantificata con esattezza la massa passiva né viene indicata la relativa copertura finanziaria”.

Punti interrogativi su Ghelas e Ato. Stando ai magistrati contabili, ombre rimangono rispetto al “mancato adempimento degli obblighi circa l’indicazione dei rapporti di credito e debito tra l’ente e le società partecipate, tra cui Ghelas e Ato CL2, da allegarsi al rendiconto 2013” o ancora alla “mancata specificazione delle poste contenute nella voce “altre per servizi conto terzi” di cui alle partite di giro per circa 2 milioni di euro”: in quest’ultimo caso, scrivono ancora i magistrati contabili, si potrebbe “profilare un potenziale effetto elusivo del patto di stabilità, rispettato per il 2013 per euro 754.125,56”. Tra i punti interrogativi sollevati dalla corte, non manca il richiamo all’utilizzo “di entrate straordinarie per la copertura di spese non aventi medesima natura per euro 2.305.799” e, ancora, “il mancato rispetto del limite di spesa previsto per i “mobili e arredi” e quello previsto per la manutenzione, noleggio e l’esercizio di autovetture nonché per l’acquisto di buoni taxi”.

L’audizione del dirigente. A escludere l’esistenza di gravi criticità nei conti dell’ente è stato il dirigente Alberto Depetro sentito in audizione. “In relazione ai debiti fuori bilancio– ha spiegato -da riconoscere al 31.12.2013 per complessivi 14.767.047,92 di euro, si deduce che il percorso di risanamento intrapreso dall’amministrazione ha portato al riconoscimento consiliare, nel corso dell’esercizio 2014, di importi per complessivi 8.978.827,63 euro e che, per la restante parte5.788.220,29 euro, è in corso la necessaria istruttoria finalizzata al riconoscimento”. Sul fronte Ghelas, invece, il dirigente ha ribattuto, “i crediti della società partecipata Ghelas spa al 31.12.2013 – si legge – considerati al netto delle note di credito da emettere, producono un saldo pari a 3.339.840,00 euro. Di tale cifra, circa 500.000 euro sono stati riconosciuti nel 2013 come debiti fuori bilancio, mentre, nel corso del 2014, circa 249.000 euro sono già stati pagati e 687.000 euro sono in corso di pagamento. La differenza formerà oggetto di successivi incontri con gli organi amministrativi della società”.

“Il concessionario della riscossione deve chiarire”. I giudici, in ogni caso, prendono in esame gli sforzi avviati dall’amministrazione comunale, “la sezione prende altresì atto della attivazione – che si riferisce essere avvenuta nel corso del 2014 – di strumenti funzionali alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, ispirati ad una gestione prudente delle risorse finanziare dell’ente (fondo rischi ed accantonamento di somme destinate alla copertura dei debiti fuori bilancio), oltrechè delle azioni intraprese al fine di monitorare l’attività svolta dal Concessionario al fine di velocizzare ed incrementare le riscossioni”. Una delle pecche contestate, infatti, trova la sua fonte nella “difficoltà di riscossione delle entrate straordinarie con particolare riferimento alle entrate da recupero evasione tributaria ed alle sanzioni amministrative pecuniarie per violazione del codice della strada”. A conclusione della loro disamina, i magistrati palermitani chiedono, inoltre, la “trasmissione tempestiva della deliberazione consiliare contenente le misure correttive rispetto alle criticità oggetto del presente accertamento”.

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