La carovana grillina pro Cancelleri arriva in città…sono lontani i tempi di piazza Umberto: Messinese, “nessun saluto istituzionale, su Eni Di Maio è stato scorretto”

 
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Gela. Le loro strade politiche si sono divise già da tempo.


“Di Maio voleva delegittimare la mia giunta”. I vertici nazionali del Movimento cinque stelle, infatti, hanno avallato il divorzio dalla giunta Messinese e da allora non sono mancate le tensioni. Tra poche ore, i pezzi da novanta del movimento, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il deputato Alessandro Di Battista, saranno in città a supporto del loro candidato alla Regione, il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri. Di certo, i tempi del palco di piazza Umberto I condiviso con Messinese e con quello che sarebbe diventato il suo vicesindaco Simone Siciliano sono distanti anni luce. “Non credo che quella del vicepresidente della Camera Di Maio sia una visita istituzionale – dice il sindaco – di certo, non sarò lì a porgere saluti che nessuno mi ha chiesto”. Messinese, poi, ha rotto qualsiasi rapporto anche con il candidato alla presidenza della Regione Giancarlo Cancelleri, al punto da sostenere che “se dovesse diventare governatore, potrei pensare di dimettermi”. Insomma, quello che doveva essere l’Eldorado politico dei grillini in Sicilia si è trasformato in uno dei primi teatri sul cui palco sono andate in scena espulsioni e siluramenti. I pezzi da novanta grillini ritornano in città dopo le lunghe giornate di sciopero degli operai dell’indotto Eni. In quel caso, Di Maio e Di Battista si fecero vedere ai presidi organizzati dai lavoratori. “Purtroppo – rincara la dose il sindaco – il vicepresidente della Camera ha cercato di delegittimare la nostra giunta che, intanto, stava cercando soluzioni alla vertenza Eni. Ricordiamo ancora la missiva che inviò al ministro dello sviluppo economico, prima ancora che potessimo essere ricevuti. Non ha rispettato il suo ruolo istituzionale e l’ha fatto solo per danneggiare una giunta che, anche senza di loro, riesce ad andare avanti, mentre quelle con il loro marchio sono praticamente in dissesto finanziario”. L’affondo è servito, in attesa dell’arrivo della carovana cinquestelle.

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