La lotta alla mafia costa, l’avvocato chiede e il Comune paga il conto: 35 mila euro

 
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Gela. Anche la lotta alla mafia, soprattutto tra le aule giudiziarie, ha un costo. Lo sanno bene i funzionari comunali che, in questi giorni, hanno dato il via libera ad un pagamento, complessivo, da oltre trentacinquemila euro.

Sì, perché i conti erano rimasti in sospeso con l’avvocato palermitano Salvatore Forello.
Il professionista, nominato per tre procedimenti penali direttamente dalla giunta retta dall’attuale presidente della regione Rosario Crocetta, ha bussato alle porte di Palazzo di Città per avere ciò che gli spetta. Il legale, infatti, ha rappresentato l’ente comunale quando si trattò di costituirsi parte civile in alcuni procedimenti penali avviati ai danni di presunti esponenti dei clan locali, accusati d’associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione.
Le nomine ottenute dal legale risalgono a sei anni fa quando l’allora primo cittadino Rosario Crocetta lo scelse per rappresentare in aula gli interessi comunali, lesi dall’attività estorsiva condotta in città dai clan.
Così, nonostante siano state adottate le tariffe professionali minime, sui tavoli degli uffici municipali sono finite almeno tre fatture firmate dal legale di, rispettivamente, 10.679,55, 6.859,07 e 17.693,42 euro. Totale, poco più di trentacinquemila euro.
I procedimenti si sono conclusi, gli estorsori sono stati condannati e anche l’avvocato vuole la sua parte. 

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