Laboratorio di fusione nucleare in Eni, il M5S chiede chiarezza al Governo

 
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Gela. Un laboratorio per la ricerca sulla fusione nucleare. Un progetto finanziato da Eni e dal Consiglio nazionale delle ricerche e ufficializzato nelle scorse settimane. Il sito locale ospiterà il laboratorio e sono tante le voci di chi teme che questa mossa possa essere solo il preludio ad un passo successivo, ovvero l’avvio di un impianto in città. Dopo l’interrogazione presentata dalla deputata nazionale Carolina Varchi, su richiesta degli esponenti di Gelensis Populus, anche i grillini del Movimento cinquestelle  hanno iniziato a raccogliere dati e informazioni. “Abbiamo attivato i nostri canali nazionali – dice il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia – vogliamo capire quali siano le intenzioni del governo davanti ad un possibile avanzamento del progetto, in un territorio già martoriato dall’industria pesante. Siamo in contatto anche con il senatore Pietro Lorefice e a breve comunicheremo le prossime iniziative”.

La fusione nucleare è uno degli asset della ricerca finanziata dalla multinazionale, che sta investendo circa venti milioni di euro per quattro laboratori sparsi lungo la penisola.

3 Commenti

  1. Ma come avete dismesso la Petrolchimica e la Raffinazzione e adesso state facendo ricerche per sviluppare impianti a fusione nucleare, cara Eni vogliamo che fate le bonifiche avete dismesso tutti gli impianti avete deciso di costruire 1 2 impianti + serbatoi per lo stoccaggio per la Green rafinery quindi bonificate tutto smantellate tutti gli impianti e serbatoi dismessi, bonificate il sottosuolo restituiteci le aree che non vi servono più e utilizzate solo quelle utili alla Green, a Gela non vogliamo altro inquinamento tipo Termovalorizzatori, fusione nucleare quindi dovreste iniziare a parlare di BONIFICHE, saluti a tutti

  2. Ecco la solita tiritera……………………….
    E intanto gli operai patiscono la mancanza di lavoro.
    Se siete contrari a tutto allora abbiate la capacità di indicare alternative ma così non è possibile .
    È facile parlare di Eni città martoriata però la dismissione dell’industria pesante dovrebbe andare a contrapporsi ad alternative ma così non è.
    Tutti sbandieravate il turismo che a causa della raffineria non prendeva slancio ma a 4anni della chiusura quale turismo c’è……….niente acqua,spazzatura ovunque,parcheggi zero, niente derattizzazioni e deblattizzazioni e tanta gente fuori sede a spendere altrove quello che poteva spendere a Gela .
    Per carità l’attivismo di gelensis è sano e giusto ma dovrebbe essere equamente distribuito.
    Buona fortuna

  3. non sanno neanche distinguere la differenza tra fusione e fissione nucleare, così come non distinguono la differenza tra gli effetti di un centro di ricerca (che visti i finanziamenti in gioco direi sarà abbastanza piccolo e non includono la possibilità di realizzare neanche un piccolo tokamak sperimentale) e quelli di un industria pesante; spero a questo punto vengano accolte le lamentele e si continui a concentrare risorse nelle città che già ospitano da anni questo genere di ricerche. Perchè a gela poi che non ha assolutamente know-how o attrattiva per accademici, universitari o studiosi? si continui a frascati, o a milano. li le industrie in grado di fare componentistica e impiantistica per questo genere di impianti non mancano e di sicuro sapranno trarre vantaggio dall’esperienza acquisita nella fase sperimentale per imporsi una volta avviata la fase commerciale (se mai si riuscirà raggiungerla)…a Gela scommetto anche le aziende dell’indotto avrebbero gli stessi problemi quindi ci perderebbero tutti: industriali e, a quanto pare, anche gelesi.

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