L’Eni investe ma c’è il risvolto della medaglia, 280 posti da tagliare in 3 anni

 
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Gela. «Facciamo dell’area dell’ex polo petrolchimico di Gela, una piccola zona franca per nuovi investitori». La proposta è del segretario della Cisl Territoriale di Caltanissetta, Enna e Agrigento, Emanuele Gallo, che pur esprimendo giudizi positivi sul nuovo piano industriale dell’Eni, nella raffineria di Gela (con investimenti per 700 milioni di euro nei prossimi 4 anni)

solleva osservazioni critiche per la riduzione di 280 posti di lavoro, e di altri 80 che vengono «esternalizzati» in un territorio in difficoltà e in un «momento di grave crisi occupazionale.

Il dirigente interprovinciale della Cisl suggerisce di utilizzare le aree dismesse e bonificate degli impianti chiusi.

»La raffineria – sostiene Gallo – deve velocizzare la disponibilità di tali aree da assegnare alle aziende che ne fanno richiesta, rendendo operative le assegnazioni in tempi certi, fornendo le utilities (cioè acqua, luce e gas) al costo di produzione per attrarre gli investimenti dall’esterno e compensare i posti di lavoro in meno del diretto e la graduale riduzione dell’indotto che avverrà alla fine dei quattro anni di investimenti« Per Gallo, è urgente avviare la »diversificazione produttiva nell’area industriale« gelese, preoccupato com’è per »la riduzione degli attuali assetti occupazionali di Enimed (diretto e indotto) anche per l’aumento delle Royalties dal 10 al 20%«.

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