Madama (S)fiducia

 
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Al centro della sala, c’è lei…la sfiducia. Una donna agé che, per pagare le bollette, e sfruttando la sua ancora sfavillante beltà, fa l’accompagnatrice alle cene di gala di uomini rampanti.


La trovi ovunque. E tutti la cercano, la Signora Sfiducia. È diventato un argomento. Prima che fosse un argomento, sembrava un tomo universitario, di quelli pesanti, che guardi da lontano fino a che non arriva il giorno in cui devi aprirlo e studiarlo.

Tutti l’hanno pronunciata questa parola che già nel suffisso, contiene lo strappo con la condivisione, il rumore sordo dello scollamento tra fare e disfare. Il centrosinistra l’ha usata per ogni – e dico ogni – argomento, fino a quasi – e dico quasi- sfiduciar sé stesso ma mai fino al punto di farlo davvero. Anzi, i fatti ci dicono che il centrosinistra è raddoppiato. Da una parte, “direzione Pd 1”; dall’altra, “direzione Pd 2”. Si vocifera addirittura che qualcuno, confuso, sia in grado di essere contemporaneamente da più parti. Ma questa è ubiquità…e io non la conosco. Il centrodestra, ululante alla luna, l’ha usata e la usa oggi ancor di più, sperando che il centrosinistra non lo faccia più, così da poter dire “avete visto, noi siamo gli unici che facciamo quello che diciamo, noi siamo gli unici, veri, sfiducianti in lizza per le prossime elezioni locali”.

In fondo, tutti mirano a questo, non ci giriamo intorno! Il Movimento 5 Stelle, sfiduciante del sindaco senza stelle, sfiducia la giunta dall’essere giunta. Sviluppo Democratico, tutto del sindaco, somiglia invece allo studente universitario che guarda da lontano i tomi spaventosi di procedura civile e – illudendosi e aiutandosi – pensa, “l’esame, per fortuna, è ancora lontano”. Finché, però, l’esame si avvicina e deve iniziare a studiare. Tremando. Tutti – a parole – sfiduciano la giunta. La giunta consulta. Consultazioni contro sfiducia. Rectius, non lo faranno davvero?!?! Chiamiamoli! Nessuno – né giunta né consiglieri – sfida l’empatia, la capacità di trovare altri argomenti, oltre questo, che abbiano una qualche ridondanza per la città. O semplicemente un qualche interesse.

Perché, la cosa grave è che il tema della “sfiducia” è diventato l’unico. Non ha antagonisti tematici. Somiglia tanto al gioco del “giro giro tondo quanto è bello il mondo casca la terra e tutti giù per terra”. Ora, posto che credere che Voi vogliate cadere “tutti giù per terra” mi impone uno sforzo di fantasia, paragonabile all’immaginare Dante Alighieri con la tuta che fa jogging, e quindi non farò neanche per un attimo un simile sforzo, intellettualmente volgare. E posto che – udite udite miei prodi! – le consultazioni, cara giunta, le fa solo il Presidente della Repubblica, mi piacerebbe (e piacerebbe pure a Dante) sapere cosa state facendo esattamente. La risposta, “stiamo pensando alla sfiducia” non vale. A meno che, certo, la vita non vi sembri un quiz il cui regalo è l’ombrellone Algida. La notizia, quella che non vi aspettereste, è che della sfiducia non interessa molto a nessuno. Oppure, interessa quanto gli sconti nei negozi che vendono blatte per gli appassionati del brutto. È un argomento “raccogli punti” per voi. Mentre per la giunta è un argomento da “torni alla prossima sessione di esami”. Somiglia più al tormentone estivo e tamarro (molto) che ascolteremo in radio quest’estate e che sarà praticamente inutile poco dopo.

Come inutili sono le consultazioni che servono solo a testare il favore della giunta, come inutile è il fuoco che dentro sembra vi divampi e che vi accenda gli occhi quando dite, “sfiducia subito!”. Fumata nera, insomma. Come al Vaticano quando si attende di sentir dire “habemus papam”, ma nessuno sa – nè mai saprà – cosa accade in quelle stanze. Mi sia consentito l’azzardo voluto. Nessuna empatia con i bisogni di una città. Nessun barlume di argomento che non sia questo. Nessun argomento, nessuna prospettiva. La prospettiva è la sfiducia? Ma chi vi crede! La prospettiva è scegliere temi prioritari e io non ne vedo.

E – udite udite – non è neanche la soluzione perché, se le consultazioni le facessimo noi in uno spazio fisico immaginario e voi attendeste il verdetto da piazza San Francesco, non ci sarebbero dubbi né proselitismi spiccioli, saremmo noi a sfiduciare voi. “E tutti giù per terra!”. C’è un limite sottilissimo che separa il consulto dall’insulto. Mi pare sia stato abbondantemente superato. Insomma, sfiduciatevi tutti. Uno ad uno. Insomma, chiudete per sfiducia. La nostra, però! E non per ragioni politiche, ma Umane.

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