Maxi inchiesta contro la famiglia Rinzivillo, al Riesame cade l’accusa di estorsione per Luigi Rinzivillo

 
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Gela. I difensori di tutti gli indagati nella doppia inchiesta antimafia

“Extra Fines”/”Druso”, incentrata sulle trame criminali che sarebbero state orchestrate dal nuovo boss Salvatore Rinzivillo, stanno contestando, davanti ai giudici del riesame, i provvedimenti firmati dai magistrati.

Gli affari del nuovo boss. In questo modo, mirano all’eventuale annullamento delle ordinanze di custodia cautelare. La figura di spicco, stando ai pm romani e a quelli della Dda di Caltanissetta che hanno coordinato l’inchiesta, rimane proprio Salvatore Rinzivillo. Sarebbe stato lui, con il beneplacito dei fratelli ergastolani Antonio e Crocifisso, storici capi del clan Rinzivillo, a riprendere gli affari del gruppo. Tra i primi verdetti, c’è quello nei confronti di Luigi Rinzivillo, legato da rapporti di parentela al presunto nuovo capo della famiglia.

I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta, pur confermando la misura della custodia cautelare in carcere, hanno però annullato l’ordinanza rispetto all’unico episodio di estorsione che gli veniva contestato. Una richiesta avanzata dai due legali di fiducia, gli avvocati Giacomo Ventura e Grazio Ferrara. Confermate, invece, le contestazioni legate alla sua appartenenza alla famiglia mafiosa e al presunto ruolo di prestanome. Nell’indagine sono coinvolti anche Crocifisso e Antonio Rinzivillo, Liborio Bongiorno, Umberto Bongiorno, Rosario Cattuto, Giandomenico D’Ambra, Gaetano Massimo Gallo, Giuseppe Flavio Gallo, Filippo Giannino, Angelo Giannone, Carmelo Giannone, Filippo Sergio Cesare Guarnaccia, Marco Lazzari, Giuseppe Licata, Francesco Majale, Antonio Giovanni Maranto, Ivano Martorana, Claudio Mauro, Vincenzo Mulè, Rolando Parigi, Antonio Passaro,  Aldo Dino Pione,  Rosario Pione, Alessandro Romano, Antonio Romano,  Emanuele Romano, Giuseppe Rosciglione di Palermo, Salvatore Santangelo, Santo Valenti, Angelo Golino, Salvatore Iacona, Paolo Rosa, Marco Mondini e Cristiano Petrone.

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