Motobarca di “Archimede” affondò, chiesta assoluzione per un operatore: “Nessuna omissione”

 
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Gela. La motobarca “Liberante” affondò perché sarebbe stata danneggiata ma non ci sono elementi per ritenere che l’accaduto si possa addebitare ad un presunto omesso controllo di uno degli operatori, allora di turno al porto isola di raffineria. Questa mattina, il pm Fabrizio Furnari ha chiesto l’assoluzione di un operatore che fu alle dipendenze di “Archimede”. l’azienda proprietaria della motobarca. La richiesta è stata avanzata al termine della requisitoria, nei confronti di Carmelo Furneri. E’ difeso dagli avvocati Maurizio Cannizzo e Fabio Cipolla. I legali dell’imputato, nel corso dell’istruttoria dibattimentale, hanno insistito sul fatto che l’operatore osservò gli obblighi previsti durante il suo turno. Lui stesso ha confermato, rilasciando dichiarazioni spontanee, di non aver avuto in alcun modo percezione che la motobarca stesso affondando. Era ormeggiata in un punto distante.

Un fatto che generò inoltre una perdita di gasolio e fu necessario l’intervento dei mezzi antinquinamento. Nel corso della prossima udienza, prima della decisione del collegio penale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, toccherà proprio alle difese concludere. In fase di indagine venne archiviata la posizione di un altro operatore della società, che inizialmente era a sua volta accusato di  presunte omissioni. La società “Archimede” è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Tommaso Vespo.

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