Non era il rapinatore, in appello verdetto ribaltato: assolto Maniscalco

 
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Gela. Cadono le accuse nei suoi confronti e i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta ribaltano la sentenza di primo grado, che aveva disposto la condanna di Mario Maniscalco. I magistrati nisseni hanno deciso l’assoluzione per l’imputato che era accusato di aver messo a segno una rapina, all’interno di un’abitazione del quartiere Locu Baruni. Una donna, che si trovava in casa, venne colpita ed immobilizzata. Alla fine, chi agì riuscì a fuggire con circa cinquemila euro. In primo grado, arrivò la condanna a due anni e otto mesi di reclusione. Il difensore di Maniscalco, l’avvocato Carolina Macrì, però, ha impugnato quel verdetto, riuscendo ad ottenere la riapertura dell’istruttoria. Davanti ai giudici d’appello, infatti, sono state esaminate le immagini dei sistemi di videosorveglianza, che per gli investigatori avrebbero confermato la presenza di Maniscalco.

Le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Attraverso una perizia, però, il legale è riuscito a dimostrare come non ci fossero certezze sull’effettiva identità del responsabile. Sarebbe mancata una corrispondenza anche fisica tra l’imputato e l’uomo ripreso nel video. Un particolare forse decisivo, che ha convinto i giudici a rivedere il giudizio, decidendo per l’assoluzione, così come chiesto dalla difesa. La procura generale, invece, è rimasta ferma nel chiedere la condanna. Nel procedimento penale, la donna vittima della rapina si è costituita parte civile, con l’avvocato Carmelo Tuccio.

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