Non era una firma falsa, in giudizio chiesta l’assoluzione per un legale

 
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Gela. Per il pm Gesualda Perspicace, va assolto. Così, ha concluso il pubblico ministero davanti al giudice Martina Scuderoni, rispetto alla posizione dell’avvocato Cristian Peritore. Il legale è a processo per un’ipotesi di falso, relativa ad una firma apposta su un mandato che gli venne conferito da un suo ex cliente. Fu proprio il cliente a segnalare una presunta violazione da parte del legale. Lo accusò di aver apposto una firma falsa, facendo credere che ci fosse stato il consenso a quel mandato. Una vicenda iniziata in un procedimento per una separazione tra coniugi. L’ex cliente si è costituito parte civile, con l’avvocato Salvo Macrì. Peritore e il suo difensore, l’avvocato Mirko Maniglia, già nelle fasi precedenti hanno del tutto respinto qualsiasi ipotesi di irregolarità. Quella firma, hanno spiegato, fu apposta dal cliente. Questa mattina, in aula, è stato sentito il perito, nominato per valutare tecnicamente gli elementi grafici della sigla apposta al mandato. L’esperto ha confermato che si tratta della firma dell’allora cliente del legale. Nella relazione, il perito cita una “certezza tecnica” rispetto alla natura “autografa” della firma, attribuita proprio al cliente che diede mandato all’avvocato Peritore. Il legale, a sua volta, ha voluto rilasciare dichiarazioni, confermando di aver sempre operato nel massimo rispetto delle regole deontologiche. Ha confermato che la firma venne apposta dal cliente. Una linea ribadita dal difensore, che ha parlato di una “prova scientifica”, a conferma della piena legittimità della condotta dell’imputato.

Non ha condiviso le conclusioni del pm, invece, il legale di parte civile, che rappresenta l’allora cliente. L’avvocato Macrì ritiene che non ci siano elementi certi per arrivare a sostenere che quella firma venne apposta in presenza del cliente. La decisione del giudice arriverà nel corso della prossima udienza.

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