“Non fu una rapina in gioielleria ma un furto”: ridotta la condanna a Nocera

 
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Gela. Per i giudici del tribunale di Agrigento che lo condannarono in primo grado a quattro anni di reclusione, si sarebbe trattata di una vera e propria rapina aggravata, con tanto di resistenza a pubblico ufficiale, messa a segno in una gioielleria.

I giudici d’appello di Palermo, invece, hanno ridotto a un anno e otto mesi la condanna inferta nei confronti del ventiseienne Salvatore Nocera, difeso dall’avvocato Salvo Macrì.
Per i magistrati di secondo grado, infatti, quello organizzato dall’imputato, insieme ad altri giovani complici, sarebbe stato solo un furto. In questo modo, è stata accolta la linea di difesa portata avanti dall’avvocato Salvo Macrì che, già in primo grado, aveva messo in dubbio che quella contestata al suo assistito potesse essere una vera e propria rapina.
Il legale, non a caso, ha chiesto ai giudici d’appello di rideterminare il reato contestato. Così, arriva la riduzione di pena per Nocera che per i fatti emersi finì in manette insieme ad altri sei presunti complici, tutti giovanissimi, compreso un minore.
Il loro obiettivo sarebbe stato una nota gioielleria di Agrigento. Davanti alla riduzione di pena, però, il legale di difesa potrebbe proporre un nuovo ricorso, questa volta davanti ai giudici della Corte di cassazione. Ci sarebbero altri dubbi profili che l’avvocato sembra intenzionato a sollevare. Salvatore Nocera, con diversi precedenti penali alle spalle, venne arrestato dai carabinieri dopo una lunga indagine che finì per ricomprendere anche la trasferta organizzata ad Agrigento, allo scopo di colpire una gioielleria finita nel mirino e sottoposta, stando agli investigatori, a precedenti perlustrazioni e sopralluoghi, effettuati dai giovani successivamente arrestati.
L’indagine condotta consentì d’individuare altre azioni condotte dal gruppo, compreso lo spaccio di droga in città che, però, non riguardò Salvatore Nocera, finito sotto processo solo per il colpo nella gioielleria.

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