“Pd è uno solo, non mi piacciono le polemiche”, Di Cristina: “Nessuno spazio ai trasformisti”

 
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Di Cristina e De Micheli

Gela. “Non potrei mai remare contro il Pd, che è il mio partito. Sono componente della direzione nazionale e onestamente le polemiche non mi piacciono. Il Pd, per sua stessa natura, è un partito plurale”. L’ex segretario provinciale dem Peppe Di Cristina non sembra affatto attratto da un clima simile a quello dei “derby” interni. “Le cose che ho da dire – aggiunge – le riferirò negli incontri degli organi del partito. Sono in direzione nazionale non per andare contro il mio partito ma per rilanciare i temi che toccano il territorio. Mi riferisco, anzitutto, alle carenze sanitarie che vanno sanate ma anche alle infrastrutture da realizzare e alla piena attuazione della Zona economica speciale. Sono questi i temi e non certo le polemiche”. La dirigenza locale, più volte nel dopo primarie ha chiesto unità nel partito e “rispetto”. A nessuno è sfuggita, infatti, la presenza sempre più consistente del laboratorio “PeR” che fa riferimento all’ex parlamentare Ars Miguel Donegani e l’iniziativa di “Rigenerazione democratica” che invece Di Cristina sta caldeggiando a livello locale e che entro la prossima settimana potrebbe essere presentata, insieme all’ex ministro Paola De Micheli (ormai riferimento nazionale dell’ex segretario). “Mi risulta che alla presentazione nazionale di “Rigenerazione democratica” – continua Di Cristina – ci sarà anche il segretario nazionale Elly Schlein. Mi pare naturale che un partito come il Pd si fondi su più anime che coesistono, ad ogni livello. Spetta poi alla segreteria e alla direzione fare sintesi. Il vero obiettivo deve essere non dare spazio ai trasformisti, l’ha detto proprio il segretario Schlein”. Di Cristina, alle primarie del partito, nel primo turno ha sostenuto De Micheli per poi stare con la mozione Bonaccini. Le preferenze hanno dato ragione invece al gruppo Schlein, del quale fanno parte il segretario cittadino Guido Siragusa e il resto della dirigenza attuale del partito. Già prima delle regionali dello scorso anno, si intuì che tra i dem qualche equilibrio si era rotto. Ora, la segreteria locale teme che ci siano manovre finalizzate ad un isolamento. Si guarda con molta diffidenza all’avanzare delle “correnti”. “Non so neanche di cosa si tratta – precisa Di Cristina – il partito è uno solo”. Al contempo, il neo componente della direzione nazionale non rinuncia a rimarcare la sua idea di alleanza. “La priorità va al Movimento cinquestelle – spiega – e più in generale sono sempre stato dell’avviso che il Pd debba stare in un’alleanza formata da chi non ha sostenuto né Meloni né Schifani. Escludo che il segretario Schlein possa condividere eventuali coalizioni insieme a chi ha votato Schifani e Cuffaro”.

E’ piuttosto netto anche sulla sfiducia al sindaco Lucio Greco, che iniziò ad invocare già all’indomani delle regionali. “Il Pd ha firmato la mozione di sfiducia e sarà consequenziale – conclude – non capisco invece che senso abbia dire di stare con la mozione ma non averla firmata. Chi non voterà per la sfiducia dovrà sostenere gli atti finanziari dell’amministrazione. Sarebbe inconcepibile non votare la sfiducia e poi arroccarsi contro gli atti finanziari. Si darebbe l’idea di essere interessati solo alle poltrone”. Di Cristina, congedatosi dalla guida provinciale del partito, ha ottenuto un ruolo nazionale e dimostra di volere avere voce in capitolo anche nella prospettiva delle prossime amministrative. I dem locali dovranno fare sintesi, evitando di sfaldarsi.

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