Processo a costruttori Casciana-Catania: Testi, “Nessuna pressione per i pagamenti”

 
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Gela. Difese in scena durante l’ultima udienza del processo che si celebra ai danni dell’ex consigliere comunale Francesco Muncivì e dei costruttori edili Silvio e Giuseppe Giorrannello, accusati di aver imposto forniture e subappalti durante la realizzazione del complesso abitativo in contrada Casciana-Catania.

Due dei difensori, gli avvocati Antonio Gagliano e Flavio Sinatra, hanno sentito diversi imprenditori, impegnati nel corso del tempo nei cantieri finiti al centro delle indagini.
Tutti, in ogni caso, hanno escluso di aver subito qualsiasi forma d’imposizione sia nei lavori che nei pagamenti dovuti. I ritardi nei versamenti sarebbero stati fisiologici: dovuti solo ai tempi lunghi della burocrazia interna alle cooperative impegnate nei lavori.
Nel corso dell’udienza, è stata ascoltata anche l’ex segretaria degli imprenditori titolari delle coop Halley, Casa Nostra e Giada.
Davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Fabrizio Molinari e Manuela Matta, proprio i difensori Gagliano e Sinatra hanno chiesto l’acquisizione di una serie di documenti che attesterebbero la partecipazione di Virginia Di Fede, moglie del defunto esponente di cosa nostra locale Daniele Emmanuello, nelle cooperative gestite dai fratelli Silvio e Giuseppe Giorrannello.
Inoltre, è giunta la richiesta di sentire un teste che avrebbe importanti elementi da illustrare alla corte sul presunto rapporto tra la famiglia Emmanuello e il geometra ed ex consigliere comunale Francesco Muncivì. Il presidente Paolo Fiore si è riservato di decidere.

 

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