Processo “Casa Nostra”: Un collaboratore di giustizia accusa i fratelli Giorrannello

 
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Gela.
Verrà sentito nel corso della prossima udienza già fissata per il 26 marzo. Il neo collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano, infatti, accusa i fratelli Giorrannello di essere vicino alla famiglia Emmanuello.

La decisione è stata assunta dalla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore nel corso dell’ultima udienza del processo che si sta celebrando a carico dei due imprenditori e dell’ex consigliere comunale Francesco Muncivì.
I tre sono accusati di aver imposto forniture e imprese all’interno dei cantieri di contrada Catania-Casciana. I magistrati della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta hanno presentato alcuni estratti dei verbali redatti proprio in base alle rivelazioni di Di Stefano. Nel corso dell’ultima udienza del processo, è stato sentito l’ex assessore ai servizi sociali di Palazzo di Città Paolo Cafà.
Il teste ha risposto alle domande formulate dagli avvocati difensori Antonio Gagliano e Flavio Sinatra. Al centro dell’audizione, l’accesso della moglie del boss di cosa nostra Daniele Emmanuelo al programma del reddito minimo d’inserimento.
“I parametri – ha detto Cafà – erano definiti dalla legge. Non c’era alcuna discrezionalità. Venimmo informati solo successivamente dei rapporti familiari della signora”. Le difese, inoltre, hanno depositato nuova documentazione relativa ai presunti rapporti economici intercorsi tra gli imputati.

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