Progettarono l’assalto al caveau di una società di vigilanza, trentuno condanne: anche un gelese

 
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L'intervento delle forze dell'ordine

Brescia. Trentuno condanne e due assoluzioni. Così si sono espressi, in settimana, i giudici del collegio penale del tribunale di Brescia, nella vicenda del tentato assalto al caveau della società di sicurezza privata Mondialpol. Il colpo che avrebbe potuto fruttare oltre ottanta milioni di euro, in base a quanto accertato dagli investigatori lombardi, doveva essere messo a segno nella struttura, in provincia di Brescia. Nel gruppo finito poi a processo, anche il gelese cinquantenne Claudio Giuseppe Cascino, titolare di una pizzeria nella provincia bresciana. Da quanto emerso, nell’attività commerciale spesso si incontravano alcuni dei coinvolti. Per Cascino la condanna è a tre anni e quattro mesi di reclusione. Per tutti gli imputati era già venuta meno la contestazione mafiosa. I pm della Dda avevano chiesto pene per i trentatré imputati, ritenendoli completamente coinvolti. Il blitz delle forze dell’ordine venne messo a segno in un capannone, che pare fosse diventato la base logistica dalla quale organizzare l’irruzione quasi militare nel caveau della società di vigilanza privata.

Tre gli imputati considerati al vertice del gruppo, Tommaso Morra, condannato a 16 anni e 4 mesi, Giuliano Franzé, 12 anni e 4 mesi e Giuseppe Iaculli, 12 anni e 2 mesi. Inoltre, 13 anni a 10 mesi a Daniele Russo, 12 anni e 10 mesi a Cosimo Mastrangelo, 12 anni a Gerardo Conversano, 10 anni a Vincenzo Carbone, Giuseppe Fratepietro, Jetmir Smakaj, Emilio Vurchio e Arcangelo Zamparino, 8 anni e 6 mesi a Michele Riontino, 7 anni e 8 mesi ad Antonio Nardacchione, 6 anni e 4 mesi a Sergio Sabino, 6 anni e 2 mesi a Francesco e Giovambattista Pelullo, 6 anni a Cosimo Carbone e Gaetano Saracino, 5 anni e 8 mesi a Giancarlo Lombardi, 5 anni e 6 mesi a Gianfranco Sgaramello, 5 anni e 4 mesi a Luigi D’Alessandro, 5 anni a Francesco Gaeta, 4 anni e 10 mesi a Raffaele Russo, 4 anni e 6 mesi a Michele Cotugno, 4 anni e 4 mesi ad Antonio Renzulli, 3 anni a Roberto Franzè, 1 anno e 10 mesi a Gianenrico Formosa. Condanne infine per due guardie giurate che avrebbero fatto da talpe interne, Massimiliano Cannatella e Vito Musica, entrambi condannati a 6 anni di detenzione. Le difese avevano invece escluso che potesse sussistere l’ipotesi della tentata rapina.

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