Rapinarono l’esercente Nunzio Di Pietro, chiesti sei anni per gli imputati accusati dell’azione

 
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Gela. Sei anni di reclusione ciascuno. E’ questa la richiesta avanzata dal procuratore capo facente funzioni Lucia Musti, nei confronti dei due imputati accusati della rapina ai danni dell’esercente Nunzio Di Pietro. Venne aggredito lo scorso anno, dopo la chiusura serale di uno dei supermercati gestito insieme ai familiari. A Macchitella, venne affrontato dagli imputati, Diego Rinella e Carmelo Ascia, che gli portarono via anche il denaro degli incassi. Per la procura, si trattò di un’azione grave e violenta. Per questa ragione, secondo il pm non vanno riconosciute le attenuanti generiche. L’esercente fu costretto alle cure dei medici dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. L’intera dinamica dei fatti venne ricostruita dai poliziotti, anche sulla base delle immagini registrate da sistemi privati di videosorveglianza. Entrambi hanno ammesso l’azione ma hanno escluso comunque di aver aggredito violentemente l’esercente. Sono giudicati con il rito abbreviato. Di Pietro, assistito dal legale Enrico Aliotta, è già stato sentito dal giudice Roberto Riggio. La decisione dovrebbe arrivare ad inizio febbraio. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Marco Granvillano e Cristina Alfieri. La scorsa estate ottennero un allentamento della misura, che gli permise di lasciare il carcere. Secondo gli investigatori, avrebbero agito perché probabilmente sapevano che il loro obiettivo si sarebbe mosso portando con sé il denaro.

I difensori insistono sulla possibilità di una riqualificazione dei fatti. Ritengono non ci siano le condizioni per contestare il reato di rapina. La procura invece ha confermato che fu messa a segno senza preoccuparsi dell’incolumità della vittima. Le immagini video hanno permesso di definire i particolari di quanto accadde quella sera. Nel corso della prossima udienza, saranno i legali ad esporre le rispettive conclusioni.

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