Reflui in mare e pochi controlli sulle emissioni, ombre sullo stabilimento Eni

 
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Gela. Reflui sversati direttamente in mare e controlli sulle emissioni in atmosfera ridotti all’osso. I funzionari dell’assessorato regionale territorio e ambiente hanno risposto ad un’interrogazione presentata dal presidente della commissione ambiente all’Ars Giampiero Trizzino.

L’esponente a cinque stelle chiedeva di conoscere i particolari sia relativi al funzionamento dell’impianto di depurazione presente all’interno della raffineria Eni di contrada Piana del Signore sia ai numeri dei monitoraggi sulle emissioni rilasciate dallo stabilimento.
Dal report, stando allo stesso deputato regionale, emergerebbe uno scenario inquietante. I reflui superiori alla portata massima del sistema di depurazione della fabbrica, circa 400 mc/h, verrebbero sversati in mare senza essere trattati. Inoltre, le enormi carenze nell’organico dell’Agenzia regionale per l’ambiente, competente a verificare i dati di eventuali emissioni in atmosfera, limiterebbe gli accertamenti solo a forme di autocontrollo interno alla fabbrica Eni.
Così, lo stesso Trizzino, non risparmia critiche verso il taglio dei fondi in favore di Arpa Sicilia, alla base del caos denunciato nella risposta rilasciata dai funzionari dell’assessorato.

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