Gela. E’ stato sentito per quasi tre ore dai magistrati della procura. I pm, coordinati dal procuratore capo Fernando Asaro, sono impegnati nell’acquisizione di elementi utili alle indagini avviate sul caos rifiuti e ieri hanno ascoltato il consigliere comunale Vincenzo Cirignotta, capogruppo di Noi con l’Italia. E’ stato convocato in qualità di persona informata sui fatti e non è indagato. Il consigliere si è presentato dai magistrati e ha risposto. Anche in questo caso, il tema battuto è sempre quello dei rifiuti ma, ovviamente, non trapela altro. Non solo l’emergenza sanitaria, con i cumuli in strada ormai da oltre due mesi, ma anche un’analisi probabilmente più dettagliata sulla gestione dell’appalto rifiuti (che continua ad essere mantenuto in proroga). Come comunicato già nelle scorse settimane, i magistrati stanno indagando e acquisiscono informazioni. Cirignotta, un mese fa in consiglio comunale, ha apertamente denunciato presunte anomalie nella gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, chiamando alle loro responsabilità il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano, senza tralasciare la “filiera” dirigenziale. In quel caso, il capogruppo di Noi con l’Italia ha espressamente contestato la scelta amministrativa di affidarsi sempre agli stessi tecnici.
Le indagini. Che gli approfondimenti investigativi siano in corso, su un tema che sta mettendo a rischio le casse del Comune, è sempre più evidente. Nelle scorse ore, avvisi di garanzia sarebbero stati notificati proprio a Messinese e Siciliano. Il sindaco, solo qualche giorno fa, ha firmato una nuova ordinanza, nel tentativo di bloccare la crisi dei rifiuti, ripristinando i servizi aggiuntivi, affidati di nuovo a Tekra, l’azienda campana che gestisce in proroga l’appalto.
