“Sant’Ippolito”, due condanne per droga: per altri imputati assoluzioni e prescrizione

 
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Immagini di repertorio

Gela. I fatti risalgono a diversi anni fa, quando gli inquirenti ricostruirono un giro di droga, ponendo parecchia attenzione sulla zona del quartiere Sant’Ippolito. La scorsa settimana, al termine del giudizio abbreviato, il gup del tribunale ha disposto un aumento di sei mesi e dieci giorni per Cristofer Tasca, rispetto alla continuazione con una precedente decisione. La pena complessiva è di due anni e due mesi. Un aumento di un mese e venti giorni è stato invece deciso per la posizione di Fabio Crisci, per il quale in totale la condanna è ad un anno e cinque mesi. Per Tasca è stata emessa l’assoluzione su un capo di imputazione. Anche la prescrizione ha inciso facendo venire meno alcune contestazioni sia per lo stesso Tasca che per Crisci. Il non doversi procedere, sempre per prescrizione, è stato riconosciuto per altri imputati, Paolo Di Giacomo (con i legali Samantha Rinaldo e Giuseppe Simonetti), Giuseppe Firrisi, Andrea Romano e Claudio Di Bartolo. “Il fatto non sussiste” per Gaetano Marino. Il gup ha emesso una decisione di assoluzione. L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Enia, era stato destinatario di particolari attenzioni investigative. Venne seguito e monitorato. Il giudice ha deciso per l’assoluzione. Il legale ha insistito sull’assenza di elementi a carico che potessero incidere sulla sua condotta. Assolto anche Francesco Alabiso (difeso dal legale Elio Lembati). “Il fatto non costituisce reato”, secondo il giudice. Assoluzione a Francesco Salafia. “Il fatto non sussiste”, è questa la formula usata dal gup. E’ stata riconosciuta la prescrizione per altri capi d’accusa.

Cadono le contestazioni, infine, per Calogero Minardi (con il legale Ivan Bellanti). L’assoluzione nel merito è con la formula “perché il fatto non sussiste” mentre il gup ha accertato la prescrizione di altri fatti e l’assenza della condizione di procedibilità per ulteriori capi. Il giudice ha individuato fattispecie meno gravi rispetto a quelle definite dall’accusa. Tra i difensori, ci sono inoltre gli avvocati Nicoletta Cauchi e Giovanni Cannizzaro. Altri coinvolti nell’indagine sono invece a processo davanti al collegio penale del tribunale.

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