“Sciopero nazionale di tutti i siti Eni”, la Cgil rilancia: ci sarà unione sindacale?

 
0

Gela. “Una mobilitazione generale, noi chiederemo d’indire lo sciopero nazionale di tutti i siti Eni in Italia. Gela deve ritornare alla normalità produttiva”. Il segretario nazionale della Filctem Cgil Emilio Miceli ha confermato la linea

del sindacato, già accolta dalla altre sigle, nel corso dell’assemblea convocata per fare il punto della situazione rispetto all’intera vertenza della fabbrica di contrada Piana del Signore.
“Non ci vengano a dire che il sito di Gela è troppo complesso da gestire anche da un punto di vista sociale. Perché in Libia con gli attacchi degli insorti oppure in Nigeria o Afghanistan, dove Eni investe, i manager del gruppo si trovano davanti ad una situazione facile da gestire?”.
Una linea sposata anche dal rappresentante dei quadri di raffineria Sebastiano Abbenante. “Spuntano ipotesi di bioraffineria e, addirittura, di un rigassificatore? Che ben vengano – ha detto – ma la priorità deve essere data, sempre e comunque, al ciclo di lavorazione del greggio locale. Prima dell’incendio di marzo all’impianto coking, il nostro sito era il terzo in assoluto per riduzione delle perdite economiche”.
Diversi rsu sindacali hanno espresso, davanti al segretario nazionale, tutti i loro dubbi sul futuro. “Che sia chiaro – si è sfogato un lavoratore del centro oli Enimed – il gruppo Eni, solo qualche mese fa, ha già staccato un acconto da dieci milioni di euro in favore dell’ente comunale per l’attività estrattiva. Davanti a questi numeri, dovrebbero essere proprio i consiglieri comunali ed il sindaco ad incatenarsi per protesta davanti alla fabbrica. Purtroppo, non riescono a capire la portata di tutto ciò. Hanno solo l’interesse a far parte dei tavoli di trattativa ma dobbiamo essere noi l’unica vera controparte di Eni”. Sia il segretario provinciale della Filctem Gaetano Catania che il segretario della camera del lavoro Ignazio Giudice hanno lanciato il tema dell’inasprimento della protesta fino a quando Eni non ritornerà sui propri passi: l’obiettivo sensibile rimane il sistema di pipeline Green Stream, utilizzato per trasferire gas dal nord Africa ai terminali locali. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here