Sfratto associazioni, Bongiorno: “Disposti da 6 anni a pagare le utenze, siamo volontari veri”

 
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Gela. Le associazioni di volontariato hanno deciso di far sentire la propria voce dopo essere stati raggiunti dalla lettera di sfratto. Lo faranno a modo loro, ovvero dimostrando l’attività che svolgono. Una sorta di “open day” delle associazioni che operano all’interno della Casa del Volontariato. Mercoledì 13 febbraio dalle 16 in poi la Casa del Volontariato aprirà le sue porte agli organi di stampa.

Non c’è nessuna provocazione tanto meno la voglia di polemizzare contro la recente ordinanza di sfratto ma solo il desiderio di fare conoscere realmente le attività che vengono svolte quotidianamente in favore degli altri e senza alcuno scopo di lucro. “Non c’è intenzione di giustificarsi o puntare il dito – ha spiegato Gero Bongiorno, presidente della Casa del Volontariato – ma vorremmo solo che si distinguesse chi utilizza immobili comunali con intenzioni nobili e chi magari ha altri obiettivi”.

Le associazioni sono disposte a caricarsi le utenze (corrente elettrica, telefono e acqua) ed hanno prodotto una richiesta risalente a sei anni fa al Comune. La difficoltà sta nella vicinanza all’immobile che ospita il comando dei vigili urbani, la cui distribuzione di energia è unica.

All’incontro è stato invitato anche il commissario straordinario Rosario Arena, con cui si vuole aprire un confronto leale e nel rispetto delle regole.

Arena ha ribadito che l’obiettivo è quello di assegnare tutti gli immobili comunali dietro il pagamento di un canone e con le utenze a carico delle associazioni. Non solo. Chi utilizza i locali del Comune, non solo in via Ossidiana, ma anche in via Maurizio Ascoli, via Madonna del Rosario o a Palazzo Guttila e via discorrendo, dovrà dimostrare che svolge attività in favore degli altri. Non saranno consentite attività ricreative o peggio ancora a scopo di lucro.

Il commissario straordinario ha in pratica messo in atto la delibera adottata dall’ex giunta Messinese alcuni giorni prima della sfiducia. Nell’atto però si parla di un successivo regolamento che andava redatto e che invece non esiste. La situazione rimane poco chiara e si rischia di sparare nel mucchio senza costrutto. Un censimento è necessario così come dei criteri per utilizzare immobili comunali, che non possono più essere assegnati magari con l’obiettivo di creare consenso elettorale. Perchè è sempre la politica che decide, non la burocrazia.

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