Gela. A bordo di un’autovettura, armato di una pistola ad aria compressa, hanno sparato nella notte contro tre persone. Una donna, emigrata in America, rientrata in città per trascorrere le ferie estive in compagnia di parenti, è dovuta ricorrere alle cure mediche ospedaliere.
I sanitari del Pronto soccorso di via Palazzi le avrebbero riscontrato ferite giudicate guaribili in due settimane. La donna stava tornando a casa in compagnia della nuora che portava in braccio il figlio.
Ai loro occhi si è presentata una scena raccapricciante, quando all’una e trenta della notte dal finestrino di un’autovettura un uomo gli ha puntato l’arma contro. Hanno temuto il peggio.
Solo dopo avere udito gli spari, hanno compreso che si trattava di una pistola ad aria compressa. I piombini, solo per una fortuita coincidenza, hanno centrato la signora di mezza età a una gamba procurandogli comunque delle ferite. È il secondo caso che si registra in città. Questa volta però è capitato a due donne e un bambino di pochi anni di vita.
I bulli si sono spinti oltre, rischiando di rendersi protagonisti di una tragedia. Sono entrati in azione lungo corso Salvatore Aldisio, nei pressi di un noto bar. Qualche mese addietro era toccato ad Antonio Licitra, un disoccupato di 51 anni colpito ad un fianco con un proiettile appuntito sparato da una pistola ad aria compressa.
Si trovava nel suo appartamento del rione Villaggio Aldisio, disteso comodamente sul divano. Alcuni teppisti, approfittando del balcone aperto e della tapparella alzata, gli hanno sparato contro una raffica di proiettili ferendolo lievemente. In quella circostanza, il cinquantunenne era stato trasferito dalla madre al pronto soccorso del presidio ospedaliero.
Anche in quella circostanza i teppisti erano entrati in azione dopo l’una di notte. Secondo le testimonianze della vittima, avrebbero sparato da un giardino di via Marettimo prima di allontanarsi per le strade circostanti facendo perdere le proprie tracce.
