Sversamento linea P2 Eni, inquirenti approfondiscono: Primi interrogatori

 
0

Gela. Lo sversamento di circa cinquecento litri d’idrocarburi da un tratto della linea P2 della fabbrica Eni continua a tenere banco. Ieri pomeriggio, i vertici locali del gruppo multinazionale si sono riuniti per tracciare un primo bilancio anche davanti alla decisione dei magistrati della procura di sequestrare il tratto di linea che avrebbe subito la fatale rottura.

Il timore, infatti, riguarda un eventuale rallentamento dell’attività nell’area del porto isola, già finito al centro dell’attenzione dopo lo sversamento in mare dello scorso giugno. Gli stessi sindacati di settore hanno cercato di meglio definire le principali emergenze.
L’azienda, comunque, esclude che la decisione dei magistrati possa influire sull’attività del porto isola e, di conseguenza, sul carico e lo scarico di merci e materie prime. Gli operatori della capitaneria di porto continuano a monitorare la zona e, in caso di necessità, assumeranno tutti i provvedimenti del caso. Sul fronte più strettamente investigativo, sono iniziate le prime audizioni tra gli uffici della procura.
Il personale della capitaneria di porto responsabile delle indagini ha avviato i primi colloqui per meglio comprendere le ragioni della fuoriuscita. Sono stati sentiti, comunque, anche gli esponenti delle associazioni che, per primi, hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze più immediate dello sversamento.
Stando alle loro denunce, gli idrocarburi finiti in mare avrebbero raggiunto la costa ragusana, transitando dalle aree delle contrade Mignechi e Bulala.
Lo scorso sabato, alcune squadre d’operai, incaricate direttamente da raffineria, hanno effettuato i primi interventi di bonifica e rimosso una parte dei resti trascinati dalla marea.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here