Trucidato dai “picciotti”, no dal ministero al risarcimento per la madre di D’Aleo

 
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Varese. I magistrati del tribunale di Milano, a conclusione del giudizio abbreviato che decretò la condanna all’ergastolo per Fabio Nicastro e quella ad undici anni e tre mesi di reclusione per Rosario Vizzini, riconobbero

una provvisionale da centomila euro alla madre di Salvatore D’Aleo, gelese trapiantato nel varesotto insieme alla propria famiglia.
Adesso, però, per la donna è arrivato il no dal comitato paritetico del ministero della giustizia chiamato a valutare la possibilità di inserire il suo caso in quelli coperti dal fondo di rotazione per le famiglie delle vittime di mafia. Il giovane scomparve nell’ottobre del 2008 in provincia di Varese, dove viveva da tempo, per essere ritrovato, morto, nel marzo di cinque anni dopo, in un canale a Vizzola. Per quella lupara bianca, scattarono le condanne, appunto, per Fabio Nicastro e Rosario Vizzini, ritenuti al vertice del clan Rinzivillo nella provincia di Varese, oltre all’ergastolo in primo grado per Emanuele Italiano. Dopo il provvedimento dei giudici milanesi, l’avvocato della famiglia D’Aleo, il legale Domenico Margariti, si è appunto rivolto al ministero per consentire l’avvio delle procedure legate al fondo di rotazione per le famiglie delle vittime di mafia.
Il no è stato giustificato facendo riferimento alla presunta appartenenza dello stesso Salvatore D’Aleo al clan che, alla fine, ne decretò l’esecuzione.
“Adesso – spiega proprio il legale della famiglia – abbiamo presentato le nostre controdeduzioni. Ritengo, infatti, che il comitato paritetico non abbia funzioni tali da poter negare l’attivazione del fondo e, in questo modo, andare contro il verdetto del tribunale. Ha solo competenze formali”. Insomma, la madre del giovane, Crocifissa, dovrà attendere l’ennesimo verdetto.
Intanto, sono stati respinti in cassazione i ricorsi presentati dai legali di fiducia di Fabio Nicastro e Rosario Vizzini, da qualche anno collaboratori di giustizia, contro le condanne del tribunale milanese. Invece, partirà il prossimo 25 novembre il processo d’appello nei confronti di Emanuele Italiano.

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